Jobs Act, Astori (Aib): inizio positivo

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Il Jobs Act del Governo Renzi ha preso ufficialmente il via con la Legge di conversione del decreto lavoro, approvata ieri.

DI SEGUITO IL COMMENTO DEL VICEPRESIDENTE DI AIB PER LE RELAZIONI INDUSTRIALI, FABIO ASTORI:

Un intervento importante, che cerca di assecondare l’ancora fragile ripresa e di creare i presupposti per favorire nuove opportunità di lavoro. Intanto i dati confermano l’emergenza occupazionale: in Italia il tasso di disoccupazione resta ai livelli massimi registrati dall’Istat (12,7% a marzo). E la disoccupazione è in costante crescita anche a Brescia: il dato medio locale dello scorso anno si attesta all’8,4%, ben distante da quello del 2008 (5,3%).

Non a caso, lo stesso Presidente della BCE, Mario Draghi, ha recentemente esortato i Governi a combattere la disoccupazione attraverso riforme del mercato del lavoro che agevolino le opportunità di nuova occupazione. E proprio nel nostro Paese la rigidità del mercato del lavoro è tra i più importanti fattori frenanti della crescita. Secondo il World Economic Forum l’Italia è al 137° posto su 148 economie censite per efficienza del mercato del lavoro! Per questo, salutiamo positivamente le prime misure adottate dal Governo in materia di lavoro.

Misure che tengono conto delle proposte di modifica avanzate da Confindustria, tra le quali la possibilità assegnata alla contrattazione collettiva aziendale di aumentare il limite del 20% di contratti a termine. Una conferma, dunque, di come il contratto a termine non sia sinonimo di precarietà tout court, bensì strumento di flessibilità regolata – come tale utilizzato in tutti i principali Paesi europei -, che amplia l’accesso all’occupazione e combatte la peggior forma di precarietà: la disoccupazione.

A fronte di prospettive di crescita ancora deboli e incerte, agevolare il ricorso a contratti flessibili per durata costituisce una leva importante per aiutare le imprese ad accelerare la dinamica delle assunzioni. Un effetto dimostrato dalle politiche di flessibilizzazione del mercato del lavoro adottate nel decennio 1998–2007, che hanno creato nuovi posti di lavoro (oltre tre milioni), dimezzato il tasso di disoccupazione e innalzato quello di occupazione femminile.

La Legge varata ieri, inoltre, rafforza il processo di correzione di alcune scelte discutibili compiute con la riforma Fornero, che ha ridotto, anziché accrescere, la competitività del sistema. Ora il cammino del Jobs Act deve proseguire e affrontare, con determinazione e coraggio riformatore, il ripensamento delle tutele che connotano il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, senza tralasciare una profonda rivisitazione delle politiche attive e passive del lavoro!

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