Brescia, raccolte 7.185 tonnellate di oli lubrificanti usati

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Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner di Goletta dei Laghi, la storica campagna estiva di Legambiente che in questi giorni ha analizzato lo stato di salute del Lago d’Iseo. “La difesa dell’ambiente, e in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU.

L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare gravemente l’ambiente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”.

A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. In tutta Italia, delle 396mila tonnellate di olio lubrificante che sono state immesse al consumo nel 2013, il Consorzio ha raccolto 171mila tonnellate di olio usato, la quasi totalità del potenziale raccoglibile. In Lombardia sono state recuperate 41.052 tonnellate, 7.185 delle quali in provincia di Brescia.

La piccola percentuale che ancora sfugge alla raccolta si concentra nel settore industriale e in particolar modo nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura. “Si tratta di circa 10mila tonnellate che, se fossero tutte sversate in mare, inquinerebbero una superficie pari a 47 volte il Lago di Garda. Con la nostra attività di comunicazione – conclude Mastrostefano – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio usato disperse nell’ambiente non provochino danni gravi”. In 30 anni di attività il COOU ha raccolto 5 milioni di tonnellate di olio usato, che avrebbero potuto inquinare una superfice d’acqua pari a due volte il Mar Mediterraneo. 

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