Approvata mozione a sostegno della famiglia naturale, M5S: mozione omofoba

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Il Consiglio regionale della Lombardia dichiara la propria opposizione a qualunque tentativo di comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, di ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere e di crescere e svilupparsi all’interno della propria famiglia naturale. Inoltre impegna la Giunta regionale a introdurre il fattore famiglia, a individuare in collaborazione con il Consiglio regionale stesso una data per la celebrazione della Festa della Famiglia, fondata sull’unione tra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente attraverso scuole, associazioni e Enti locali la valorizzazione dei principi educativi, culturali e sociali. Infine impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevede tra l’altro, nella fascia di età tra i 4 e i 6 anni, l’introduzione della masturbazione infantile precoce e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschi o femmine.

Sono questi i contenuti principali di una mozione approvata oggi all’unanimità in Consiglio regionale, presentata dal capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo e sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza: al voto finale hanno preso parte solo i componenti dei gruppi di maggioranza Lega Nord, Maroni Presidente, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto. I Consiglieri dei gruppi Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Patto Civico hanno invece abbandonato l’Aula al momento del voto, lamentando come questa mozione fosse a loro parere solo strumentale e superficiale e non affrontasse il tema della famiglia in tutta la sua complessità e importanza.

Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha espresso ferma contrarietà alla mozione dal sapore profondamente omofobo presentata oggi in Consiglio Regionale dalla Lega Nord, ma firmata anche da NCD e Forza Italia, intitolata “Iniziative per la tutela della famiglia naturale”.

Iolanda Nanni, consigliere regionale di M5S Lombardia, è intervenuta indossando una maglietta con la scritta “Conta su di me contro l’omofobia e la transfobia” e con il logo di Arcigay molto contestata dalla Lega Nord, ha dichiarato: “Non avrei mai pensato di essere eletta per perdere il nostro tempo su mozioni che travisano i fatti e che dietro un titolo ipocrita a difesa della famiglia, nascondono veri e propri intenti discriminatori nei confronti delle famiglie omosessuali e di fatto. E’ evidente la strumentalita’ di questa mozione che – guarda caso – arriva dopo il GayPride, patrocinato dal Consiglio regionale grazie al voto di PD e M5S ma anche di un consigliere regionale della Lega Nord. Una mozione che pare piu’ una sorta di "disciplinare interno" punitivo nei confronti di quelle correnti nel partito che vorrebbero una maggiore apertura alla cultura delle diversita’. La mozione pretenderebbe di difendere la c.d. famiglia naturale (cioe’ eterosessuale) che, a detta del capogruppo leghista, sarebbe – con la complicita’ di UNAR, Unione Europea e OMS, sotto attacco da parte della famiglia omosessuale.

 

“La mozione – continua Nanni – contiene numerose falsità e libere interpretazioni di documenti istituzionali come il documento dell’OMS sulla promozione dell’educazione sessuale in età infantile. Non è vero che il documento invita a insegnare la masturbazione ai bambini, come asserito nella mozione. Questa e’ una bufala, peraltro anche datata, senza alcun fondamento in quanto il documento in questione fa solo riferimento alla necessita’ di educare il bambino senza che si senta colpevolizzato da questo atto naturale e istintivo. Ma possibile che il Consiglio Regionale debba scadere nel bieco bigottismo del pregiudizio e del ridicolo?

 

“Questa non è una mozione che difende le famiglie è una mozione ipocrita contro le varie tipologie di famiglie, fra cui quelle omosessuali. Francamente, certi consiglieri dovrebbero forse aprire gli occhi al mondo reale e all’interno dei loro stessi partiti, dove ad esempio, Salvini, il segretario di Lega Nord, e’ divorziato, convivente di fatto e da questa unione ha un figlio. Questa per la Lega non sarebbe famiglia, dato che per loro lo e’ solo se benedetta dalla sacralita’ del vincolo matrimoniale.”, conclude Nanni.

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