Fondra sull’emergenza Caffaro: “Nessun declassamento da Sin a Sir”

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Con un articolo pubblicato sulla propria pagina internet, l’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia, Gianluigi Fondra, fa il punto della situazione sullo stato del Sito di Interesse nazionale Brescia Caffaro.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELL’ARTICOLO:

Come negare che dopo cinque distinte interrogazioni dei parlamentari bresciani di 5stelle, PD, PDL, Lega e SEL non un euro s’è aggiunto a quanto stanziato dall’accordo di programma che istituì dieci anni fa il SIN Caffaro a Brescia.
Come negare che nemmeno il clamore mediatico della trasmissione “Presa Diretta” del marzo 2013 ha portato il Parlamento a stanziare risorse aggiuntive.
Come negare che solo grazie alla determinazione della nostra Amministrazione si è ottenuto 1 milione aggiuntivo stanziato dal Ministro dell’Ambiente del passato Governo.
Poco, certo, meglio che il niente degli anni passati.

Perché tutto ciò? Perché si chiede il cronista (Fondra fa riferimento ad un articolo apparso l’8 agosto sul dorso bresciano del Corriere della Sera a firma di Pietro Gorlani, ndr) altri siti inquinati hanno maggiori disponibilità?

Intanto va precisato che i 2,2 miliardi complessivi del bilancio statale sono ampiamente insufficienti per bonificare tutti i 57 siti italiani. Non a caso 19 di essi sono stati declassati a Siti di interesse Regionale (SIR).
Non certo quello di Brescia che resta uno dei più urgenti da bonificare proprio perché la zolla sottostante il sedime industriale è “messa in sicurezza” da una barriera idraulica che mantiene costantemente “abbassata” la falda acquifera a una profondità di circa 30 metri.

Chi polemizza con il Partito Democratico perché si starebbe ragionando su un riesame dei confini del SIN vecchi di 10 anni, dimostra di non conoscere com’è amministrativamente strutturato palesando un’evidente non conoscenza di cosa significa bonificarlo entro un’intrinseca complessità delle procedure… a prescindere da quanti fondi sono disponibili.
Chi ci ha preceduto poi se n’è guardato bene dall’ammainare la bandiera bianca d’una resa preventiva.

Non mi piace vantarmi, ma in una cornice burocratica assai complicata in un solo anno… abbiamo

–       portato al dissequestro dei parchi nella zona di ordinanza sindacale.

–       avviato le bonifiche in tutte le aree di verde pubblico dell’area inquinata;

–       iniziato la bonifica del giardino della Deledda Calvino, in queste ore finalmente operativa;

–       conclusa la gara per la caratterizzazione del campo di atletica Calvesi;

–       reso operativo il ricolmamento del giardino scolastico di via Passo Gavia dopo quattro anni di rinvii;

–       ripreso i lavori del giardino di via Nullo dopo anni di sospensioni e interventi giudiziari;

–       attivato un tavolo fra enti e associazioni degli agricoltori di recente evoluto da comunale a regionale per la coltivazione controllata delle aree agricole servite dalle rogge irrigue contaminate.

–       stanziato investimenti aggiuntivi pari a 2/3 su quanto finanziato dallo Stato;

Si poteva fare di più? Economicamente, no. Il nostro bilancio comunale del 2014 non lo consentiva, certamente nei prossimi anni continueremo determinati su questa strada.

Ancora: sin dall’insediamento la Giunta ha fatto la proposta al Ministro dell’Ambiente di istituire un Commissario Straordinario, non per accelerare banalmente i tempi, ma per mettere ordine al più strano e singolare dei SIN. Infatti, il perimetro dei suoli in superficie non corrisponde al ben più vasto perimetro del sottosuolo acquifero e a questo si aggiungono i 45 chilometri di rogge, ma non i terreni irrigati.

Cinque di questi chilometri sono di competenza di SOGESID, società partecipata dal Ministero dell’Ambiente e con la quale la collaborazione è al massimo per accelerare i tempi.

Non solo… la nuova indagine di ARPA, spintasi oltre i nostri confini comunali, porterà a un allargamento delle aree da trattare in parte dei comuni di Flero, Castelmella, Capriano. Una “regionalizzazione” di fatto che non ha lasciato insensibile l’Assessore regionale Claudia Terzi, tant’è che ha condiviso la mia proposta di un maggiore protagonismo del Pirellone. Ne è prova il recente finanziamento delle analisi di ASL sui raccolti seminati in deroga per la coltivazione di tre tipi di granella.

Sia ben chiaro: non ho mai pensato a un declassamento da SIN a SIR.
Chi strumentalmente racconta bugie su quanto stiamo facendo, lavora inconsapevolmente a uno status quo che non porta alcun passo avanti delle bonifiche.

Non credo che una sesta interrogazione parlamentare porterà a ridistribuire meglio le risorse nel bilancio dello Stato. Servono scelte politiche condivise e unitarie da parte di tutte le forze politiche per stanziare ben altre risorse sul capitolo delle criticità ambientali.
Scandalosa non è la suddivisione dei fondi ripartiti nei singoli SIN. Ciò che si deve gridare con forza e che quei soldi sono troppo pochi per il bilancio di una Nazione in cui c’è tantissimo da bonificare, a costi elevati e con sempre più ristrette disponibilità di stoccare terre contaminate in sicurezza.

Quel che non va è il ritardo con cui non sostiene la ricerca scientifica per soluzioni tecniche alternative allo scavo e al conferimento in discarica di un’enorme zolla di terra zuppa di PCB e di altri inquinanti.

Il centro del problema è tutto lì: nel sottosuolo fra via Milano, via Morosini e la falda sottostante. Questa è l’emergenza primaria. Questo fa del sito Caffaro una specificità nazionale.

Su questo la discussione con il Ministro Galletti è ripresa dopo il cambio della guardia con Orlando… perché a oggi siamo ancora ancorati a una semplice “messa in sicurezza” di quel sottosuolo.

Tuttavia, rogge, coltivi, giardini privati, parchi pubblici, strutture produttive, impianti sportivi e scolastici non possono più aspettare, venire in un secondo tempo. Troppo ampia è la popolazione coinvolta.
La bonifica Caffaro non può che essere un insieme d’interventi di risanamento in più direzioni e con il contributo concorde di più soggetti istituzionali, politici e sociali.

Di certo la nostra Giunta non lascerà nulla d’intentato, compreso avviare una causa risarcitoria nei confronti di chi ha condotto al fallimento dell’originaria società Caffaro. Atto dovuto forse, ma non scontato nel recente passato.

A settembre riprenderò il confronto con il Ministero per conferire l’incarico al Commissario Straordinario, ma soprattutto andrò a condividere le sue funzioni, non escludendo di affidargli anche il compito di valutare una migliore definizione dei perimetri di suolo, sottosuolo, rogge e aree agricole.
Il tutto stabilendo contestualmente le priorità d’intervento in un Sito d’Interesse Nazionale che nel suo epicentro dovrà continuare a essere finanziato con risorse statali.

Evidente che chi vuol chiudere gli occhi, non può vedere a quanto si sta lavorando giorno dopo giorno. Archivio l’accusa di “intortare” i cittadini bresciani attraverso una mia presunta “volontà di declassamento” del SIN Caffaro come una bufala agostana dovuta a preconcetti – quelli si – a cinque stelle.

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