Dal Banco di Brescia un social bond per sostenere la ricerca contro l’Alzhaimer

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Un social bond da cinque milioni di euro i cui proventi saranno parzialmente devoluti al Centro San Giovanni Fatebenefratelli di Brescia. Ad annunciarlo è stato oggi il vertice della banca bresciana, durante una conferenza stampa a cui era presente anche il direttore del centro Fra Marco Fabello. Le risorse raccolte serviranno a sostenere il progetto di un centro per la Neuromodulazione e la Nuroriabilitazione, che ricorrerà a una nuova tecnica di stimolazione celebrale non invasiva per migliorare le condizioni di vita dei malati di Alzheimer (una persona su sei ha un famigliare colpito dalla malattia).

Le obbligazioni emesse dalla Banca hanno un taglio minimo di sottoscrizione di mille euro e potranno essere sottoscritte dal 22 settembre al 17 ottobre (salvo chiusura anticipata). Le obbligazioni a tasso fisso, per un ammontare nominale di 5 milioni, hanno durata di 3 anni con cedola semestrale: il tasso di interesse è dello 0,95 per cento lordo annuo. Lo 0,5 per cento dell’ammontare collocato (circa 25mila euro) sarà devoluto in beneficenza.

“La nostra banca è molto attenta al sociale”, ha sottolineato nell’occasione il direttore generale del Banco di Brescia Roberto Tonizzo, “da tempo ormai emettiamo prestiti obbligazionari i cui proventi permettono di aiutare realtà del sociale: vogliamo continuare a esercitare questo ruolo di sostegno dell’economia del bene comune”. Dal 2012 il gruppo Ubi Banca ha emesso 54 social bond (di cui 21 per il Banco di Brescia, come ha sottolineato la responsabile Comunicazione istituzionale Daniela Bertozzi) per un totale di emissioni di 565 milioni, distribuendo alle realtà del sociale circa 2,8 milioni di euro.

“Ringraziamo la banca per la disponibilità dimostrata”, ha sottolineato Fabello, “noi investiamo da tempo sull’ospitalità, di cui la ricerca è un baluardo. Questa iniziativa va nella direzione tracciata: siamo l’unico Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, ndr) in Italia che si occupa di psichiatria e demenze. Oggi una cura per l’Alzheimer non esiste, ma la speranza è che si possa trovare una risposta anche grazie al nostro lavoro”. “La nostra missione è quella di sviluppare nuovi modelli di diagnosi e cura delle malattie”, ha quindi aggiunto Frisoni, “siamo l’unico Irccs di Brescia e la nostra provincia ha tutte le ragioni di esserne orgogliosa”.

La tecnica finanziata prevede l’utilizzo di deboli stimolazioni elettriche (con le tecniche della stimolazione transcranica a corrente continua e della Stimolazione magnetica transcranica) per la stimolazione celebrale e la riabilitazione cognitiva, con il risultato di modificare positivamente le prestazioni di pazienti affetti da varie patologie neuropsicologiche.

Nell’occasione sono intervenuti anche Lucio Zanchi e Paolo Cima di Millenium Sport Fitness, da anni impegnati nella raccolta fondi per sostenere la ricerca contro una malattia che ogni anno nel mondo colpisce 4,6 milioni di persone e dare maggiore visibilità alle attività dell’Irccs. “In 12 anni”, ha sottolineato Zanchi, “abbiamo raccolto 180mila euro e siamo soddisfatti di aver fatto la nostra parte”.

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