Dopo il via libera debutta a Brescia il prototipo dell’Albero della Vita

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L’Albero della Vita mette le prime radici. Dopo il via libera del commissario anti corruzione Raffaele Cantone, ieri a Provaglio d’Iseo, durante l’assemblea della Coldiretti bresciana, negli spazi dell’azienda agricola Barone Pizzini in Franciacorta, ha debuttato il primo modello in scala dell’icona di Expo 2015. Il prototipo  – spiega la Coldiretti Lombardia – è alto un paio di metri ed è una specie di mappa visiva in tre dimensioni dell’albero che verrà realizzato al centro della Lake Arena e che avrà un tronco di circa 35 metri ed un ombrello, costituito dai rami, del diametro di 45 metri, con la parte interna in acciaio e quella esterna in legno lamellare. L’opera, che sarà realizzata gratuitamente da un consorzio di industriali bresciani, ha lo scopo di raccontare visivamente il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” al centro dell’esposizione universale.

 “L’albero della Vita, come la Tour Eiffel nel 1889 a Parigi, vuole essere l’immagine tangibile di un messaggio universale per l’Italia e per il mondo – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia e della Coldiretti Brescia – archiviate le polemiche, chiarite tutte le questioni, adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare all’opera per essere pronti per il debutto di maggio”.

I lavori per l’Albero inizieranno i primi di dicembre, per la fine di marzo dovrebbero essere conclusi e ad aprile ci sarà il collaudo. ”Altri, dopo  continui ritardi e rinvii, avrebbero gettato la spugna, ma noi no – spiega Giancarlo Turati, coordinatore del consorzio delle imprese bresciane – A questo punto l’albero della vita non è più solamente il simbolo del Padiglione Italia, ma il simbolo di un’imprenditoria che non molla, che nonostante la crisi e le difficoltà sa superare i momenti difficili e sfoderare il meglio”.

L’Expo 2015 – spiega la Coldiretti Lombardia – sarà anche l’occasione per ribadire l’importanza delle produzioni di qualità del Made in Italy, così apprezzato nel mondo tanto che il giro dei falsi e dei surrogati genera un giro d’affari di oltre 60 miliardi di euro all’anno, sottratti all’economia del nostro Paese.

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