Audit energetico, un convegno in Aib per parlare di scadenze e obblighi

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Audit energetico: istruzioni per l’uso. Sono ancora molti, infatti, i dubbi e le incertezze in merito alle prossime scadenze vincolanti, derivanti dall’applicazione  del D.Lgs. 102/2014, che stabilisce per le grandi aziende e per tutte quelle energivore l’obbligo di una diagnosi energetica da eseguire sugli impianti entro il 5 dicembre 2015. Per chiarire quali imprese sono tenute ad adeguarsi alla normativa, Aib ha organizzato ieri pomeriggio in sala Beretta un seminario con diversi esperti del settore.

 

I lavori – introdotti dal delegato di AIB per l’energia Enrico Frigerio e moderati dall’ex sottosegretario Stefano Saglia – hanno visto intervenire Silvia Ferrari di Enea, che ha fornito criteri utili per le aziende. Sono anzitutto da considerarsi grandi imprese, e quindi soggette all’obbligo di audit, tutte quelle non qualificabili come Pmi ai sensi del DM del 18 aprile 2005. Le imprese “energivore” obbligate a effettuare la diagnosi sono quelle che beneficiano degli incentivi previsti per questo tipo di aziende.

Per le imprese industriali  i siti produttivi obbligati a diagnosi devono avere un consumo energetico superiore a 10.000 tep (tonnellate equivalenti petroilio), mentre per gli altri comparti rientrano nell’obbligo quelli con consumi superiori a 1.000 tep. Fino al 19 luglio 2016 le diagnosi energetiche possono essere condotte da società di servizi, esperti in gestione dell’energia o auditor anche se non in possesso di certificazioni. Oltre quella data le diagnosi dovranno invece essere effettuate da soggetti certificati da organismi accreditati. Per le imprese che non rispettano le scadenze è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria.  

Al seminario sono intervenuti anche Marcello Capra (ministero dello Sviluppo Economico), Massimo Beccarello (Confindustria) e Davide Valenzano (Gse), che da angolazioni differenti hanno preso in esame il quadro europeo degli obiettivi di efficienza energetica e riduzione delle emissioni sottoscritti dall’Italia in ambito comunitario, nonchè i principali fondi e incentivi a disposizione delle imprese che intendono investire per migliorare la propria performance energetica, a cominciare dai “certificati bianchi” sui quali il nostro paese è stato pioniere in Europa.  

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