“La Questura di Brescia, tanto vigile nel reprimere chi lotta per i diritti sociali e ambientali e nel respingere le richieste di regolarizzazione dei migranti, quanto inconcludente nel colpire situazioni di sfruttamento lavorativo e devastazioni ambientali colpose in atto nel nostro territorio”. Questo l’attacco diretto degli attivisti di estrema sinistra, rispetto all’obbligo di firma per quattro giorni alla settimana per tre frequentatori del Centro sociale Magazzino 47 ritenuti responsabili del danneggiamento di un banchetto della Lega Nord a Brescia lo scorso 30 maggio.
“Si tratta di odiose misure cautelari, – scrivono i militanti in una nota – comminate temporaneamente in attesa di processo, per aver, durante un battibecco in centro città, ribaltato un banchetto propagandistico della Lega Nord”. E sul capo d’accusa, che è di “attentato contro i diritti politici di privati cittadini”, rispondono che se vengono chiamati diritti quelli di “chi vorrebbe rispondere “Ruspa!” a prescindere dalla domanda, di chi in funzione elettorale si allea con i neofascisti di Casa Pound, sdoganandoli, di chi quotidianamente si attiva per alimentare la guerra fra poveri e contro i poveri, criminalizzando i migranti invece di chi sulle loro vite specula…” allora accettano l’accusa, aggiungendo che “Se questi sono i diritti politici che la Questura ha deciso di difendere con tanta premura, allora saremo sempre dalla parte di chi ogni giorno si batte al nostro fianco per i diritti sociali di tutte e tutti, contro le ingiustizie sociali, contro il razzismo e le discriminazioni. A loro va tutta la nostra solidarietà”.