"È stato infangato il mio nome", così Antonio Caracciolo risponde alle ipotesi di coinvolgimento nell’inchiesta "I treni del gol" per la quale sono finite ai domiciliari sette persone, tra cui il presidente del Catania Nino Pulvirenti e l’ad Pablo Cosentino. "Sono persone che non conosco – tuona ancora Caracciolo rispetto alle figure di Fernando Antonio Arbotti e Piero Di Luzio, che gestivano i vari giri – e che non mi sono mai state presentate. Sono pronto ad andare in Procura, non ho nulla da nascondere".
La partita nel mirino della Procura sarebbe quella dello scorso 9 maggio Brescia-Catania finita 4-2 per le rondinelle. Caracciolo, nelle intercettazioni, corrisponderebbe al "treno numero tre", disposto ad accettare di truccare la partita. Ma, ricordiamo, al momento nessun giocatore del Brescia risulta indagato nell’inchiesta che comunque sta facendo rimanere col fiato sospeso la società, in corsa per il ripescaggio.