Passano i mesi, e di cantieri per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Brescia e Verona non ne sorgono. Dopo le numerose osservazioni e prescrizioni da parte degli enti territoriali, provincia e regione, è arrivata nei giorni scorsi una brusca frenata anche da parte del Ministero dell’Ambiente.
Dalla sede romana del Ministero è giunta notizia che i tecnici della direzione generale per le Valutazioni ambientali hanno elaborato ben 22 "prescrizioni", cioè richieste di ulteriori approfondimenti sull’impatto che avrebbe la Tav oppure veri e propri obblighi di rivedere il progetto. Nello specifico le prescrizioni riguardano la durata dei lavori, le modalità di cantierizzazione, l’impatto sulle aziende agricole esistenti, le mitigazioni ambientali messe in campo, la presenza di industrie a rischio rilevante di incidenti.
Due le strade che il general contractor, CepavDue, può ora seguire: rivedere il progetto sulla base delle prescrizioni oppure fare ricorso al Tar.
(red.)