Sei comuni del bresciano uniti contro la discarica Castella

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I Comuni di Rezzato, Brescia, Castenedolo, Mazzano, Botticino e Borgosatollo scrivono al Presidente della Regione Roberto Maroni e all’Assessore all’Ambiente Claudia Terzi per confermare la ferma contrarietà alla realizzazione di una nuova discarica per rifiuti speciali non pericolosi ed annesso impianto di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Rezzato in un’area situata al confine con Brescia a ovest e Castenedolo a sud. 

Sostanzialmente, la posizione sempre sostenuta dai Comuni si può riassumere nella ferma contrarietà al progetto in ragione della permanenza di motivi ostativi connessi alla localizzazione dell’impianto e alle criticità sanitarie emerse nell’istruttoria, legate ai rischi di compromissione della falda e dei pozzi destinati all’emungimento di acqua potabile, nonchè per le innumerevoli pressioni ambientali a cui è stata sottoposta la zona sud est della città a causa dell’attività estrattiva, della presenza di numerose discariche,  delle arterie del traffico autoveicolare (Milano Venezia e tangenziale sud) e per le importati attività produttive ivi presenti (acciaieria, inceneritore, cementificio,bitumifici etc.).

Peraltro, il Comune di Brescia il 28 luglio 2015 ha adottato la variante generale al Piano di Governo del Territorio individuando nel Parco delle Cave un caposaldo della realizzazione di un servizio ambientale a scala urbana e territoriale. La valenza naturalistica dell’area e le relative potenzialità sono tali che sul tema sono concentrate la gran parte delle risorse delle Associazioni ambientaliste e della Cittadinanza attiva, coinvolte anche nel percorso partecipativo di progettazione del Parco delle Cave denominato “Segni sull’acqua”. Infatti, il valore naturalistico e ambientale dei luoghi, nel cui ambito insiste anche il sedime della discarica Castella, è tale da avere in sé la potenzialità per la realizzazione di un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) e per consentire l’avvio delle procedure per la creazione in prospettiva di un SIC (Sito di Interesse Comunitario).

 

I Comuni fanno presente che da tempo hanno in corso contatti per definire strategie condivise di protezione, valorizzazione e salvaguardia della fascia planiziale periurbana che sarebbero vanificate dalla realizzazione dell’impianto in questione. Infatti, i Comuni vorrebbero creare le condizioni per: l’inserimento nella rete ecologica regionale dei territori della cosiddetta “fascia dei fontanili”, compresi fra i corridoi ecologici del fiume Mella e del fiume Chiese; l’inserimento nella rete ecologica regionale dei territori a sud del Monte Maddalena caratterizzati dalle zone umide determinatesi con l’attività estrattiva attraverso l’estensione del PLIS denominato “parco delle Colline”.                   

 

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