Giallo di Marcheno, un operaio della Bozzoli: si lavora nel terrore di parlare

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“Alla Bozzoli si lavora nel terrore”. Questo quanto ha dichiarato al Corsera di Brescia un operaio della Fonderia Bozzoli di Marcheno che però per parlare ha scelto l’anonimato. E’ preoccupato che gli possa accadere qualcosa. Sono dichiarazioni pesanti le sue, e gettano un ulteriore ombra di mistero su un caso che lo stesso procuratore capo titolare dell’inchiesta, Ermanno Buonanno, ha definito “uno dei più complicati della mia carriera”.

“Alla fonderia tanti operai non possono dire la verità – rivela al Corsera – hanno paura. Se dici la verità vieni mandato via, meglio stare zitti. Hai visto la fine che ha fatto Giuseppe?”. Dichiarazioni che non possono lasciare indifferenti, tanto che lo stesso operaio sospetta che anche dietro la morte del collega Giuseppe Ghirardini ci sia qualcosa di strano. “Era Ghirardini addetto al forno – ha concluso l’operaio – deve aver visto qualcosa”.

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