“Mi ha contattato in chat dicendo che gli piacevo. Ha voluto incontrarmi subito e dal vivo, sembrava parecchio più giovane dei vent’anni che dichiarava online. Quando ho insistito ha ammesso di averne quindici”. Questa il racconto, riservato al blog, di un libero professionista quarantenne e riportato dal Giornale di Brescia che racconta cosa accade sui siti dichiaratamente vietati agli “under 18” ma assolutamente accessibili da tutti.
L’inchiesta sulla prostituzione minorile e pedofilia che tra Brescia, Milano, Monza e Brianza ha portato all’arresto di dodici persone, tra cui un prete, un agente della polizia locale e un allenatore di calcio giovanile, ha le sue radici proprio nei social e nella loro facilità di accesso, cosa che spesso ingenera identità false. Lunedì inizieranno i primi interrogatori.