Legambiente si era costituita parte civile nel processo contro l’imprenditore bergamasco P.L. che nei giorni scorsi ha visto una condanna a sei anni, in primo grado, per aver portato 187mila tonnellate di scorie in acciaieria sotto l’asfalto dei 4 km di "tangenzialina" di Orzivecchi.
Il giudice non ha riconosciuto a Legambiente il risarcimento richiesto, ma ha garantito 100mila euro ai due comuni di Orzivecchi e Orzinuovi.
Ora l’obiettivo del sindaco di Orzivecchi Marco Paderno è "ultimare la strada il prima possibile" e rassicura i suoi cittadini sostenendo che alle porte del comune non esiste alcuna bomba ecologica.
Legambiente, tuttavia pone una domanda per voce del suo responsabile trasporti Lombardia Dario Balotta: "Se non esiste alcuna bomba ecologica perché ha accettato il risarcimento?". Poi fa il punto sulla situazione: "Sappiamo che quel tratto di tangenziale, sotto sequestro dal 2010, è fondamentale per drenare il traffico pesante dal centro della cittadina e impedire che gli abitanti respirino i gas di scarico e siamo convinti che quell’opera vada completata. Ma non prima degli adeguati controlli: il pericolo che gli inquinanti e il cromo (tre volte sopra ai limiti di legge) contamino la falda acquifera sottostante è troppo elevato, almeno fino a quando l’Arpa non fugherà ogni dubbio sui rischi ambientali".