Con una nota il deputato Pd Luigi Lacquaniti commenta la sentenza relativa alla strage di piazza Loggia, che attribuisce la paternità della bomba del 28 maggio 1974 (8 morti e 102 feriti) alla desta eversiva e ad apparati deviati dello Stato.
ECCO IL TESTO INTEGRALE
Lo abbiamo sempre saputo, raccontato e spiegato analizzando quei drammatici giorni. Ma adesso è ufficiale, scritto nero su bianco con parole forti nelle motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Milano con cui i giudici hanno condannato Carlo Maria Maggi, di Ordine Nuovo, e Maurizio Tremonti, collaboratore dei Servizi Segreti, all’ergastolo: la strage di Piazza della Loggia è “sicuramente riconducibile” alla destra eversiva.
Cosa ancor più grave, Maggi aveva “la consapevolezza” di poter contare “sulle simpatie e sulla copertura – se non addirittura sull’appoggio diretto – di appartenenti dI apparati dello stato e ai servizi di sicurezza nazionale ed esteri”.
La verità storica e la responsabilità politica eversiva di destra è definitiva e scritta. Ma proprio grazie ai depistaggi di apparati dello stato le responsabilità personali non sono ancor tutte chiarite ed i colpevoli non sono stati tutti condannati “rendendo impossibile la ricostruzione dell’intera rete di responsabilità”.
Quanto emerso è di una gravità inaudita. Apparati dello stato deputati a garantire la sicurezza dei cittadini che hanno favorito, coperto, appoggiato chi dei cittadini faceva barbaramente strage. Chi era deputato alla sicurezza che creava insicurezza, massacrando e maciullando innocenti. Lo Stato non può assolutamente permettere che suoi apparati tradiscano così la missione per cui sono stati creati. La democrazia si è rivelata alfine più forte degli stragisti e dei fascisti. Ma la “mala – vita istituzionale” è inaccettabile. La nostra memoria deve essere indelebile e salda. Quanto successo non deve ripetersi mai più.
On. Luigi Lacquaniti, Partito Democratico
Nota inutile, e poi:???? forse Maurizio Tramonte….almeno il copia-incolla giusto!
Come memoria la vedo poco indelebile e salda, come l’articolista che scrive 102 morti nella strage.
Vabbè, tanto nulla cambia.