Morta nel cassonetto, Marta uccisa dalla gastrite e non dalla droga. Ma il giallo resta

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Si fa sempre più giallo il contorno della vicenda di Marta Baroni, transessuale trovato morto in un cassonetto per la raccolta del verde lo scorso 25 agosto, in via Torricella di Brescia. Secondo l’autopsia la 34enne sarebbe morta per cause naturali. Nel suo corpo è stata rilevata la presenza di droga, di cui Marta era consumatrice, ma non in quantità tali da determinarne la morte. L’emorragia gastrica che l’ha uccisa, dunque, potrebbe essere stata causata da un peggioramento improvviso della gastrite di cui soffriva da tempo. Ma resta da capire come Marta sia finita nel cassonetto. Un tentativo estremo di trovare riparo nel momento dell’attacco? Oppure qualcuno ce l’ha portata impaurito dopo la morte per non dover rispondere alle domande degli investigatori? La risposta, al momento, non c’è. Ma sembra da escludere la pista dell’omicidio, nonostante pochi mesi prima la giovane avesse confessato agli amici di temere per la propria incolumità.

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