Torre Tintoretto, la rivincita del centrodestra

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di Fabio Rolfi*  – Dopo 3 anni e mezzo di agonia decisionale, forse, si è arrivati al dunque sul futuro della Torre Tintoretto: a quanto pare la Giunta Del Bono propenderebbe per l’abbattimento con ricostruzione, piuttosto che per la ristrutturazione.

La vicenda è rimasta sospesa nel vuoto, nella totale mancanza di serie proposte alternative e sostenibili. Per smuovere le cose è servita la ferrea volontà del soggetto investitore (Investire Immobiliare Sgr) a procedere verso la demolizione e successiva ricostruzione, pena l’abbandono del progetto perché economicamente sconveniente.

Dal canto nostro però non possiamo dimenticare anni di attacchi, critiche infondate, ricostruzioni faziose che delineavano chissà quali trame oscure e torbidi interessi immobiliari, il tutto da parte di chi, ieri all’opposizione oggi in amministrazione, si presta adesso a confermare la medesima linea della Giunta Paroli. A ciò bisognerebbe aggiungere il danno erariale dovuto ad anni di affitti non pervenuti, figlio dell’ottusità politica e ideologica della sinistra, che ha sempre difeso le torri di edilizia sociale, facendone un simbolo.

Ciò detto sono comunque urgenti alcune precisazioni:

1) Se da un lato è vero che la demolizione costituisce la via maggiormente sostenibile, anche dal punto di vista tecnico, per rendere l’operazione economicamente profittevole, dall’altro non deve esser un regalo all’investitore. Occorre quindi un’adeguata e corretta valutazione preventiva del valore dell’immobile da remunerare con diritti edificatori;

2) non tutta la volumetria dell’ex torre deve essere realizzata in zona. In quell’area eventuali e successivi interventi di ricostruzione devono essere meno impattanti in termini di indice volumetrico. Più spazio al verde, ai servizi, al commercio di vicinato. In sostanza occorre creare le giuste condizioni per la socialità di quartiere, o meglio ancora per prevenire il ripresentarsi delle condizioni che hanno creato la situazioni di disagio emersa negli anni passati. Anche l’offerta residenziale dovrà privilegiare un giusto mix tra edilizia libera e residenziale, senza ulteriore presenza di alloggi pubblici, per i quali Brescia risulta già abbastanza fornita, non senza problemi di gestione e integrazione sociale. La chiarezza su quanto si farà in seguito è fondamentale anche per poter apprezzare la scelta della demolizione;

3) occorre infine avere il coraggio di definire una progettualità di lungo periodo per il quartiere, che non si limiti soltanto all’abbattimento della Tintoretto ma sappia guardare anche alle altre torri, a partire dalla Cimabue.

Definire un nuovo modello di residenzialità in quella zona, consegnando alla storia questi brutti esempi di edilizia sociale di stampo milanese, è fondamentale per migliorare l’equilibrio urbano di un quartiere che oggi, grazie anche a nuovi servizi come il metrò, ha la possibilità di diventare più attrattivo di quanto non lo fosse un tempo.

Se la Giunta Del Bono, almeno su questo tema, sarà in grado di mettere da parte l’ideologia a beneficio di concretezza e buon senso, allora forse la Città potrà finalmente voltare pagina ed immaginare un futuro diverso per il quartiere di San Polo. Se ciò avverrà sarà la migliore conferma della validità di quello che la Giunta di centrodestra nei aveva tentato di fare. Sarà la rivincita della idee concrete nei confronti della propaganda faziosa, proprio perché con la propaganda ben fatta si possono vincere le elezioni, ma questa non è certamente sufficiente per governare bene.

* Consigliere regionale Lega Nord 

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1 COMMENT

  1. Sì, Rolfi, Lei parla bene…ormai non più da Vicesindaco. Ma La Giunta di cui Lei fu il quasi numero uno (vista l’assenza anche fisica di Paroli) si distinse per un piano regolatore fatto solo di inutile cemento da regalare ai “soliti noti”, progetti a dir poco deliranti come la Cittadella dello Sport o il mega parcheggio sotto il Castello per fortuna mai realizzati, vuoto assoluto in tema ambientale e di recupero del verde. Insomma, la sua Giunta si distinse proprio per disequilibrio urbano ed assenza di quella progettualità che oggi, partendo dalla Tintoretto, invoca come caposaldo di una buona azione amministrativa. Certo, sta facendo di tutto per lanciare una sua precandidatura a Sindaco, ma dia uno sguardo al passato ogni tanto e ci dica, visto che siamo in tema, come è andata con ilm caso Stamina…

  2. Solo il gruppetto Delbono, Tiboni e Fenaroli poteva riuscire nell’incredibile impresa di dare ragione a Rolfi e Di Mezza. Per fortuna che dovevate esserne l’alternativa.

  3. Stradivarius pare molto informato su tutto, quasi che sia protagonista di certe vicende e parli di certe cose per averle fatte… Che lavoro fa caro amico???

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