Industria 4.0: Dalla teoria alla pratica – L’evento di Innovation Club a Brescia

Si è svolto il 5 aprile, nella sala conferenze dei Poliambulatori Fleming Tecna, il convegno “Industria 4.0 - Dalla teoria alla pratica”

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Alcune immagini dell'evento sull'Industria 4.0 promosso da Innovation Club a Brescia
Alcune immagini dell'evento sull'Industria 4.0 promosso da Innovation Club a Brescia

Si è svolto il 5 aprile, nella sala conferenze dei Poliambulatori Fleming Tecna, il convegno “Industria 4.0 – Dalla teoria alla pratica” che ha visto testimonianze dai soci fondatori di Innovation Club (www.innovationclub.it): Matteo Linotto di Neosperience, Davide Corna di Valeo Studio, Daniele Radici di Innovation Lab, Marco De Paolis dello Studio De Paolis e di Massimiliano Pasini, AD dei Poliambulatori Fleming Tecna. Questo articolo sintetizza i principali argomenti trattati.

Industria 4.0 – La definizione scientifica e finanziaria

L’espressione Industria 4.0 deriva dalla cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”. Resa possibile dalla disponibilità di sensori e di connessioni a basso costo, questa nuova rivoluzione industriale si associa a un impiego sempre più pervasivo di dati e informazioni, di tecnologie informatiche e di analisi dei dati, di nuovi materiali, componenti e sistemi totalmentedigitalizzati e connessi (internet of things and machines).

Industria 4.0 richiede soluzioni tecnologiche per:

> ottimizzare i processi produttivi;

> supportare i processi di automazione industriale;

> favorire la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazionedistribuita, gestione integrata della logistica in rete e interoperabilità dei sistemi informativi.

Dal punto di vista delle agevolazioni finanziarie la normativa focalizza l’Intervento Industria 4.0 come iperammortamento del 250% per gli investimenti identificabili come industria 4.0. Significa ad esempio che una macchina industriale del costo di 1.000.000 di euro acquistata dal 1 gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2017, può essere imputata come costo dell’impresa per 2.500.000 euro invece che 1.000.000 di euro, con chiaro vantaggio fiscale per l’impresa. Esiste quindi una dicotomia tra definizione scientifica rivolta al tema dell’innovazione e intervento agevolativo focalizzato sull’investimento in cespiti produttivi.

Parlando di misure agevolative va anche sottolineato che negli ultimi anni sono state sviluppate numerose forme di agevolazioni cumulabili rispetto a quella definita “Industria 4.0” che possono finanziare in senso lato l’innovazione di processo e di prodotto.

La rivoluzione digitale nei sistemi produttivi

Possiamo definire con una buona precisione le principali tecnologie ICT legate all’industria 4.0 che rappresentano un cambio di paradigma e uno strumento per ottenere innovazione di prodotto, di processo e realizzare un cambio del modello di business quindi un modo nuovo e migliore attraverso cui l’azienda sta sul mercato.

IOT – Internet of Things: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete;

AR – Realtà Aumentata: si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi;

Chatbot: sono dei programmi che simulano una conversazione tra robot e essere umano.La loro capacità di colloquiare in modo lineare e congruo è limitata. Tuttavia il loro impiego risulta già da ora più che utile. Fin dai primi sviluppi della scienza informatica, in collaborazione con altre discipline gli studiosi hanno cercato di riprodurre, attraverso l’ausilio di macchine, processi cognitivi tipicamente umani. L’opinione più diffusa in ambito scientifico è che il processo di apprendimento, comprensione e formulazione del linguaggio avvenga in modo per lo più a noi ignoto, soprattutto innato;

Big Data: è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore. Il progressivo aumento della dimensione dei dataset è legato alla necessità di analisi su un unico insieme di dati, con l’obiettivo di estrarre informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero ottenere analizzando piccole serie, con la stessa quantità totale di dati. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet;

Cloud Computing: si indica un paradigma di erogazione di risorse informatiche, come l’archiviazione, l’elaborazione o la trasmissione di dati, caratterizzato dalla disponibilità on demand attraverso Internet a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili. Le risorse non vengono pienamente configurate e messe in opera dal fornitore apposta per l’utente, ma gli sono assegnate, rapidamente e convenientemente, grazie a procedure automatizzate, a partire da un insieme di risorse condivise con altri utenti lasciando all’utente parte dell’onere della configurazione.

Un nuovo contesto, un nuovo modello di business

Ma la quarta rivoluzione industriale è un ripensamento dell’azienda, dei suoi prodotti e del suo modello di business in un contesto completamente nuovo stimolato da nuovi vettori di cambiamento:

> Le tecnologie presenti;

> Le informazioni che sono messe oggi a disposizione;

> I comportamenti delle persone.

Dal tema dell’Industria 4.0 derivano quindi innovazioni non solo tecnologiche, ma anche e soprattutto organizzative e di approccio al cliente e ai mercati. Molte aziende vedono la digitalizzazione soprattutto come un modo per aumentare l’efficienza dei processi secondo una vecchia logica di innovazione meramente incrementale. Va invece aumentata la consapevolezza che l’economia digitale promette un potenziale nuovo e finora non sfruttato in grado di mutare in modo anche profondo, persino disruptive, gli stessi modelli di business. Per cogliere le opportunità, le imprese devono diventare digitalmente più mature: molto del loro vantaggio competitivo nascosto risiede nei dati che sono potenzialmente a loro disposizione ma che molto raramente vengono raccolti, organizzati, elaborati per estrarne valore. Si stima che appena l’1% dei dati prodotti dalle imprese venga da esse utilizzato. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale.

Il paradigma della Subscription Economy

In un mondo plasmato da connessioni volatili e schermi digitali, il concetto di proprietà muta radicalmente. In un certo senso, possedere per sempre qualcosa (in specifico i prodotti virtuali, come i software) non è più la priorità per i clienti. La ‘ownership’ viene sostituita dalla ‘membership’, l’accesso temporaneo a un bene o servizio. Dato questo orizzonte, le aziende orientati alla membership avranno un ruolo sempre più centrale. La rivoluzione della membership economy è un fenomeno piuttosto recente, anche se affonda le sue radici in tanti cambiamenti avvenuti nell’ultimo decennio. Non a caso, il primo a predire questo shift è stato Jeremy Rifkin in un saggio visionario del 2001 intitolato The Age of Access. C’è voluto più del previsto per realizzare quanto previsto da Rifkin ma oggi i business più intelligenti e proattivi hanno già intrapreso la strada dell’evoluzione.

Una volta ci si abbonava soltanto allo stadio per le partite della propria squadra del cuore, a un servizio di Tv via cavo e ai mezzi pubblici della propria città. Oggi si possono invece sottoscrivere abbonamenti per quasi tutto, biancheria intima compresa. Il fenomeno si chiama subscription economy, economia della sottoscrizione, e il mercato degli Stati Uniti è pioniere di innovazioni, nel modo di consumare e vendere, che sta già arrivando in Italia.

Ovviamente, la subscription economy ha cominciato ad andare forte sul mercato dei software, grazie alle enormi innovazioni portate dal sistema dei cloud. Il software è sempre meno qualcosa che si installa sul proprio computer e sempre più un servizio che viene erogato via Web. I privati o le aziende pagano una tariffa mensile o annuale, e il fornitore offre il servizio (e tutti i suoi aggiornamenti) in rete. Un modello simile ha rivoluzionato anche i consumi culturali. Spotify, per la musica, e Netflix, per il cinema e le serie Tv, hanno dimostrato che l’utente non vuole il possesso del prodotto culturale, ma l’accesso. Quindi, oltre a una base gratuita (ma con pubblicità) si può pagare un abbonamento per avere accesso libero a una serie illimitata di file.

Ma le innovazioni più curiose vengono da altri settori. Un esempio: Un sito chiamato Manpacks offre questo innovativo servizio in abbonamento: si paga una quota annuale, e in cambio si ricevono regolarmente via posta pacchi di biancheria nuova. Tra gli altri prodotti, Manpacks consegna piccoli strumenti di cosmesi (esclusivamente maschile: rasoio, deodorante eccetera). Leconsegne vengono effettuate ogni tre mesi. Una fornitura media di mutande, calzini e amenità varie per un anno costa intorno ai 500 dollari (senza spese di consegna). E per chi cerca qualcosa di specifico per la rasatura, c’è anche il Dollar Shave Club, che con 164 dollari all’anno permette di avere una fornitura di rasoi, schiume e dopobarba con consegne gratuite ogni mese.

La persona al centro dell’Industria 4.0

Per affrontare i cambiamenti dell’Industria 4.0 serve in primo luogo una nuova cultura d’impresa che ancora una volta metta l’uomo al centro della fabbrica perché sarà lui – con competenze diverse e superiori a quelle attuali – il vero elemento flessibile in una produzione nella quale la parola d’ordine è flessibilità.

Le persone centrali in questa rivoluzione epocale dovranno possedere:

> Competenze multidisciplinari (tecniche, economiche, giuridiche), orientamento al servizio e al cliente, teamwork, creatività, curiosità e capacità di problem solving.

> Le relazioni fiduciarie di lungo periodo prevalgono e quindi si rende necessaria una responsabilità orizzontale per gestire i nuovi contesti interconnessi e responsabilità verticale per non deresponsabilizzare chi deve gestire processi critici.

> Avere un’apertura ed una curiosità alle potenzialità della tecnologia. E’ necessario essere uomini e imprenditori convinti di potere contribuire a costruire il futuro.

In un contesto in continuo mutamento solo chi sarà capace di produrre continuamente innovazione nel proprio processo creativo potrà avere successo. Quando pensiamo a persone a Steve Jobs (CEO di Apple) ad esempio, quasi certamente nella nostra mente si “materializza” un Iphone, ma risuona nelle nostre orecchie risuoni con molta il motto , “stay hungry, stay foolish”: quel modo invitante di inneggiare alla coltivazione delle proprie passioni, al sogno, alla curiosità, allo studio ed alla ricerca. Sono sempre la passione e la curiosità a guidare l’innovazione anche ai tempi dell’Industria 4.0.

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