Con una nota, il presidente regionale di Confagricoltura Antonio Boselli interviene sulla questione del referendum lombardo e dice: Sì a maggiore autonomia per la Lombardia, ma con regole chiare.
La nostra Organizzazione sta compiendo molti sforzi per restare al passo con i tempi, cercando di cambiare per adattarsi ai mutamenti che investono tutta la società e leconomia nazionale – scrive Boselli in una nota -siamo quindi convinti che anche le istituzioni debbano cambiare, in modo da diventare strumenti funzionali alla crescita ed allo sviluppo economico, ma con regole chiare. E “il rafforzamento dellautonomia regionale è certamente importante per il settore agricolo in un territorio che vanta tutti i primati a livello nazionale”.
Il prodotto interno lordo generato dallagricoltura è quasi di 7 miliardi di euro, sui 50 miliardi nazionali, con unincidenza quindi del 14%. In Lombardia sono presenti circa 50.000 imprese agricole – pari al 3,34% del totale nazionale – che danno lavoro a 55.000 dipendenti.
Di fronte a questi numeri continua Boselli – siamo convinti che questo processo di incremento dellautonomia regionale non possa però svilupparsi senza una visione complessiva, con la necessità di costruire un nuovo assetto amministrativo del Paese verso una prospettiva sostenibile e integrata. Confagricoltura ha sviluppato negli anni, su questo tema, una visione molto chiara spiega Boselli -: lautonomia è importante, ma solo se davvero è funzionale al bene delle imprese e se non si generano ulteriori ostacoli burocratici. Al centralismo statale non può sostituirsi quello regionale, mentre diviene fondamentale una soluzione della crescente conflittualità Stato-Regioni, meglio definendo il delicato tema delle materie concorrenti.
“Confagricoltura Lombardia – conclude la nota – valuta positivamente la possibilità di introdurre meccanismi più forti di gestione regionale della pubblica amministrazione, ma rimarca ancora una volta limportanza del confronto per superare possibili ostacoli: Auspichiamo che la Regione, attraverso il dialogo con le parti sociali, elabori una proposta chiara da presentare allEsecutivo nazionale, che individui gli ambiti e i gradi di maggiore autonomia necessari per potenziare lo sviluppo economico della nostra regione, salvaguardando nel contempo anche un livello adeguato di uniformità normativa ed amministrativa sul territorio nazionale, che resta elemento indispensabile per tutte le imprese per poter operare efficacemente. In questo senso – chiosa Boselli – il referendum del 22 di ottobre può rappresentare il primo passo di questo percorso.