Palazzolo, minacce via Facebook al sindaco: che stuprino sua figlia

In calce a un post del leghista Raccagni sono comparsi insulti e minacce all'indirizzo del primo cittadino e dei suoi famigliari. Zanni annuncia denuncia

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Il sindaco di Palazzolo Gabriele Zanni
Il sindaco di Palazzolo Gabriele Zanni

“Che violentino sua figlia”. “Magari se capitasse a sua madre… forse capirebbe”. “Violentare il sindaco”. Sono queste – secondo quanto riferiscono diverse fonti – i messaggi assurdi e idioti comparsi nei commenti degli utenti sotto a un post della pagina del consigliere leghista Stefano Raccagni. E a rendere ancora più sconvolgente il caso c’è il fatto che gli auguri di stupro sono arrivati anche da donne.

L’ex candidato sindaco del Carroccio aveva attaccato pubblicamente l’amministrazione comunale sull’episodio del tentato stupro di Palazzolo, accusandola di non fare abbastanza sul piano della sicurezza. Un messaggio finito anche su Facebook. Ma nei commenti di altri utenti al suo post (poi cancellati da Raccagni) evidentemente a qualcuno è scappata la mano: ovviamente non si tratta di minacce realistiche, visto il profio dei mittenti, ma i messaggi in questione sono davvero fortissimi.

Che il caso abbia scosso l’opinione pubblica per la dinamica e le ricostruzioni diffuse dai media è certo. Ma stavolta il limite è stato davvero superato. E lo stesso Gabriele Zanni annuncia querele. “Con rammarico”, scrive via social, “dico che forse se qualcuno sarà chiamato a rimetterci di tasca propria, probabilmente ci penserà una volta in più prima di diffondere messaggi intrisi di odio, di violenza e d’inciviltà”. E subito dopo critica Raccagni perché “certe affermazioni sono riportate sulle pagine di consiglieri comunali, che ad oggi non si sono sognati di cancellarle, di condannarle o di prenderne le distanze”.

IL MESSAGGIO COMPLETO DEL SINDACO GABRIELE ZANNI

Dopo la pubblicazione di stamattina di un articolo su un giornale locale mi sono deciso che forse è proprio arrivato il momento di contrastare anche con strumenti legali l’indecenza e la pericolosità di commenti che si ritrovano su vari profili FB, di cui probabilmente non si coglie tutta la gravità. Per ignoranza, per inciviltà o semplicemente per odio incontrollato. Li riporto solo perché ognuno si faccia la propria opinione, sperando che almeno in questo caso ci si astenga dal commentare in modo ancor più indegno. Non ho mai pensato di essere costretto a procedere con querele. Non l’ho fatto nei precedenti cinque anni, nonostante abbia sopportato offese e ingiurie indicibili. Speravo tutto si riconducesse e si esaurisse a un serio e costruttivo dibattito politico. Ora si è passato il segno arrivando ad augurare a dei miei famigliari di subire violenze o addirittura incitando a farlo. Con rammarico dico che forse se qualcuno sarà chiamato a rimetterci di tasca propria, probabilmente ci penserà una volta in più prima di diffondere messaggi intrisi di odio, di violenza e d’inciviltà. Con altrettanto rammarico constato che certe affermazioni sono riportate sulle pagine di consiglieri comunali, che ad oggi non si sono sognati di cancellarle, di condannarle o di prenderne le distanze. Credo che sia irresponsabile soprattutto per chi ha responsabilità pubbliche fomentare un clima simile, pur nelle critiche che si possono rivolgere a un amministratore. Che se accompagnate da proposte serie sarebbero persino bene accette. Chiedo a chi si appella a una presunta libertà di pensiero per casi simili, di riflettere se tutto debba essere considerato lecito oppure se non si sia sprofondati in un terreno che ha a che fare con reati veri e propri, oltre che con totale disumanità. Certamente questi episodi non mi distoglieranno dal cercare di fare il mio dovere di Sindaco con il massimo impegno, serietà e spirito di servizio, come in coscienza posso dire di aver sempre fatto.

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