di Enrica Recalcati Inaugurata il 6 ottobre in Palazzo Martinengo, presenti il vicesindaco Laura Castelletti, la presidente della Fondazione Provincia di Brescia Eventi Nicoletta Bontempi, Michela Faustini vice presidente della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, Diego Peli consigliere della Provincia di Brescia, il giornalista e critico darte Fausto Lorenzi e molte personalità del mondo dellarte e della cultura bresciane.
Tanta gente unita in un abbraccio corale alla sorella Lucilla e allarte di Agostino, scomparso improvvisamente un anno fa.
Agostino Perrini nasce a Sale Marasino, sul lago dIseo, il 2 novembre 1955, manifestando già da giovanissimo una grande attitudine per larte pittorica. Nel 1977 si diploma alla Accademia di Belle Arti a Venezia con Edmondo Bucci. Nella città lagunare viene a contatto con le realtà artistiche contemporanee, dallarte povera fino alle esperienze concettuali. Espone in molte gallerie in Italia e allestero.
Fonda a Brescia insieme ad altri artisti lAURA, spazio espositivo autogestito per larte contemporanea, laboratorio di idee, che purtroppo chiuderà nel 1993.
Dal 2000 collabora come illustratore per diverse case editrici e come grafico per studi creativi e insegna alla Accademia Santa Giulia.
Muore il 27 ottobre 2016, dopo aver preparato questa mostra, dove sono esposte 100 opere dal 2013 al 2016.
«Larte di Agostino Perrini è in gran parte ascetica, meditativa, quasi reticente, di affinamento estremo del processo di conoscenza e sensibilità estetica, ma mossa da forte necessità etica, nellinseguire, quasi nellaccudire, con estrema dolcezza, un ritmo emotivo e spirituale della trasformazione della materia in luce, e del segno in flusso di scrittura, per approssimarsi allestrema verità dellio e del rapporto di questi con laltro da sé», commenta Fausto Lorenzi accompagnandoci in quel magma trascendente che è lanima dellartista, cosi alta, così tormentata dal mistero di essere uomo, da lasciarci senza fiato davanti ad ogni opera esposta.
Era un uomo sensibile e generoso Agostino Perrini, ci ricorda la vicesindaco Laura Castelletti, parlando del progetto degli Studi Praticabili a cui Agostino aveva subito aderito, dove artisti bresciani ospitavano altri artisti in un avvicendarsi di scambi di opinioni e di ricerca artistica.
Il suo Atelier, a due passi dal Foro Romano, era un approdo aperto e ospitale, un luogo dal respiro profondo e dal profumo poetico.
La poesia è inevitabilmente parte della vita dellartista e dalla pittura traspare, in un avvicendarsi di pulsioni, di ombre, di luci, di riflessi accecanti.
Accecata dalle ombre, sagome goffe, dalla forza delle porpore e lirruenza del giallo, dalla gelatinosa luminescenza delle lune, dal segno nervoso, instabile, proteso in alto, urla silenti mancine e sghembe, mi commuovo davanti alla sua anima.
Lui che spesso, pur non essendo mancino, usava la mano sinistra per caricare le opere di
una diversa sofferenza, mi lascia un presagio, unimpronta, vaga ricerca di altrove, uno spunto per riflettere, per caricarsi, anche se per poco, ma in modo importante, di pensieri profondi e nobili.
Leggo i titoli dalle didascalie appese sul muro vicino alle opere, sapientemente esposte dallarchitetto Giorgio Moglia: murato dentro/parole arse/erbe barbariche/custodire lassenza/oriente errante/erbario nelle nebbie, quasi un sonno/ tra nulla e quasi/ erbario armato/dalla parte sinistra del sinistro.
Veggente presagio di morte, ricerca di vita, traspare molto di questi sentimenti dalla sua arte.
Agostino amava la vita e fino allultimo lha celebrata con progetti di lavoro e con questa mostra, bella e speciale, carica di sentimenti.
La mostra è aperta ad ingresso libero a Palazzo Martinengo in via Musei, 32 in città dal 7 al 29 ottobre, il giovedì e venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
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LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA MOSTRA
Le immagini della mostra scattate da Enrica Recalcati per BsNews.it