AAA vendesi complesso di San Cristo… Saveriani vicini allo sfratto

I Saveriani bresciani, dunque, saranno costretti a cambiare sede, andandosene da via Piamarta dopo circa 60 anni

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La scalinata che porta all'ingresso della Chiesa di San Cristo a Brescia
La scalinata che porta all'ingresso della Chiesa di San Cristo a Brescia

Il complesso di San Cristo è in vendita, ovviamente tranne la chiesa. A darne notizia è un articolo di Bresciaoggi firmato da Eugenio Barboglio, che spiega come sia già stato dato l’incarico a un noto commercialista bresciano per le trattative con i privati, che oltretutto sarebbero già “ben avviate”.

I Saveriani bresciani, dunque, saranno costretti a cambiare sede, andandosene da via Piamarta dopo circa 60 anni. Ma è già partita la raccolta firme alla congregazione e al vescovo di Brescia perché lo sfratto non si consumi.

Il rischio, peraltro, data la perenne crisi di vocazioni della Chiesa è che la soluzione sia soltanto temporanea e che tutto l’immenso patrimonio della diocesi finisca lentamente in rovina, oppure si trasformi in hotel, negozi o depandance di cantine vitivinicole, come potrebbe accadere ad esempio al Convento dell’Annunciata di Rovato.

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7 Commenti

  1. Come volevasi dimostrare: i tanti soldi passati nelle mani incapaci e corrotte del clero non sono stati sufficienti per salvaguardare i monumenti che, bene o male, sono opere d’arte. Togliere al vaticano o dimezzare gli stipendi a preti, vescovi e cardinali non se ne parla. O arrivano, come sempre, dalla gente con le offerte, oppure va tutto alla malora. E dimostra ancora quanto questi edifici siano stati edificati con le offerte frutto di credenze e imposizioni. Al di là quindi del valore artistico, meno male che finalmente il clero è costretto a ridimensionarsi. Meno soldi, meno potere, più povertà più umiltà….

    • Ridimensionarsi, con calma però. La Chiesa Cattolica, solo di patrimonio immobilare, ha due mila miliardi di euro nel mondo: quante bocche si potrebbero sfamare solo con affitti o disinvestimenti anche parziali di tale patrimonio ?

      • Logico che non le sfameranno mai. Ed infatti le vendite ci sono solo perchè sono costretti a sanare debiti che la gente giustamente non paga più come nel passato.

  2. Bravo monari: un’altra pesante eredità lasciata al tuo successore. Dopo i grossi problemi morali creati dai tuoi preti che tu non hai voluto affrontare, cercando di difenderli e di sostenere con la tua immaturitá l’insostenibile, adesso, sempre per incapacitá e assenza di controllo sugli organismi e sulle parrocchie, lasci una diocesi alla bancarotta… Allora le numerose segnalazioni che ti facevano su varie e allarmanti situazioni di dissesto dovute allo spendere senza criterio dei tuoi preti, alla mala gestione di patrimoni e enti tipo asili e case di riposo, ad opere d’arte sparite e poi chissá perchè in mano a certi rigattieri, erano fondate? E il sindaco del bono l’ha anche premiato come cittadino onorario? Quanta falsitá e ipocrisia!

  3. Monari e la diocesi, in questo caso non c’entrano, o c’entrano come esempi di totale assenza di lungimiranza. C’entra la diocesi quando negli anni Cinquanta, col parere contrario di molti preti e vescovi, primo fra tutti mons. Gazzoli che è stato allontanato dalla diocesi con la scusa di promuoverlo, ha venduto, con la complicità anche del card. Carlo Montini, parente di Paolo VI e poi rettore del nuovo seminario, questi stupendi chiostri ai saveriani per costruire il nuovo seminario (inutile) in via Bollani, cedendo delle autentiche opere d’arte che oggi chissà in che mani andranno. C’entra monari perchè il seminario di oggi è stato trasferito in un postaccio, confrontato con altre sedi ben più belle culturalmente e artisticamente (via Razziche) spendendo un’enormità inutilmente e cedendo molte parti di via Bollani al Lunardi e Cattolica. Oggi i saveriani sono pochi a Brescia, i locali sono enormi, le spese anche, urge quindi, dalla casa madre vendere dei locali ingestibili. Certo, cederli a privati con accanto una chiesa così bella come quella di S. Cristo (la Cappella Sistina di Brescia) è veramente uno scempio. Incapaci, come sempre, di gestire quello che di bello si sono trovati, non certo guadagnati. E forse, proprio per questo, poco lungimiranti…

    • Poca lungimiranza, certo, ma il crollo delle vocazioni, le chiese deserte, i pochi fedeli sempre più lontani dicono di una rapidità imprevedibile nel declino della Chiesa Cattolica, del suo governo del trascendente e di riflesso dell’immanente immenso potere detenuto per secoli e secoli. Tutto ne consegue, in un clima di sopravvivenza più che di presenza. Francesco, lanciatosi ad imitare il poverello d’Assisi nell’ultimo dispserato tentativo di salvare il salvabile, rischia davvero di essere l’ultimo pontefice romano d’Occidente.

      • Il crollo delle “vocazioni” deriva dal fatto che oggi la gente è più libera e meno legata al loro potere, oltre che più informata e più propensa ad usare la logica al posto delle superstizioni. La politica di Francesco, poi, non è più rivolta a noi, perchè è perdente in partenza, ma mira a sottomettere, insieme ai musulmani, il mondo attaccando il mondo laico sempre più povero e quindi sempre più dipendente da chi ha i soldi, cioè loro. Per il sud del mondo, invece, continua la solita politica espansionistica di colonizzazione forzata delle genti distruggendo le loro tradizioni. Oggi siamo al paradosso che quel poco clero che è rimasto (trattato in guanti bianchi da papa e vescovi perchè sempre merce più rara, anche se commettono nefandezze) preferisce andare nelle missioni sicure (dove sono poco o per niente controllati e giudicati, ma osannati) piuttosto che rimanere da noi dove è ormai ignorato e in difficoltà a sostenere quel poco che riescono ancora in maniera corretta a predicare.

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