Loggia 2018, Fi punta su Vilardi. Ma Maione si ribella: mi candido anch’io

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Il nome circola da tempo. Ma ora appare un’ipotesi più concreta e nelle prossime settimane potrebbe arrivare l’investitura ufficiale. Paola Vilardi (54 anni) – salvo sorprese – sarà il candidato della coalizione di centrodestra alle elezioni comunali di primavera, sfidando Emilio Del Bono. La proposta è stata fatta dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, al tavolo delle trattative del centrodestra per la successione di Roberto Maroni (ma l’ex ministro si era già espresso il 30 dicembre). Una scelta, scrive il Gdb, già comunicata all’interessata. E – fanno sapere ambienti di via Bellerio – ci sarebbe già anche il via libera da parte della Lega, anche se all’interno del partito della Vilardi non mancano le polemiche.

Nel centrodestra il clima, di certo, è particolarmente rovente. Il Carroccio non ha ancora digerito il dietrofront di Maroni: la mossa dell’ex governatore ha sorpreso tutti e non ne sono ancora note le cause nemmeno agli esponenti di spicco del partito in giunta regionale. L’ex ministro, in queste ore, si sta negando al telefono perfino agli ex compagni di giunta, ma ha trovato il tempo di attaccare a mezzo stampa – con toni durissimi – il leader del partito Matteo Salvini.

“Consiglierei al mio segretario – ha detto – non solo di ricordare che fine ha fatto Stalin e che fine ha fatto Lenin ma anche di rileggersi un vecchio testo di Lenin. Ricordate? L’estremismo è la malattia infantile del comunismo. Se solo volessimo aggiornarlo ai nostri giorni dovremmo dire che l’estremismo è la malattia infantile della politica”. Parole di fuoco, che alcuni hanno letto come la possibile ripresa di una guerra interna al partito. Mentre resta da capire cosa pensino della candidatura-Vilardi Fabio Rolfi e Simona Bordonali, che Salvini aveva annunciato ripetutamente come candidati sindaci della Lega in Loggia (Rolfi, sentito dal Corriere, ha parlato di sblocco positivo, ma ha anche chiesto di rinviare la decisione a dopo il voto: un sostegno decisamente poco caldo).

Ma anche in Forza Italia le cose non vanno meglio. La mossa della Gelmini (“sono onorata che Maristella Gelmini mi abbia indicato a candidato sindaco di Brescia. Sono pronta alla sfida anche se prima il mio nome dovrà essere condiviso all’interno del partito, con tutti gli alleati ed i sostenitori”, ha detto Vilardi al Corriere) ha sorpreso anche la gran parte del gruppo in Loggia, a partire dal capogruppo Mattia Margaroli, che avrebbe appreso dell’investitura soltanto dai media. E Giorgio Maione, a capo del fronte dei dissidenti con Margherita Peroni, non ha usato mezzi termini.

“Nel partito non c’è stato alcun dibattito”, ha detto Maione a BsNews.it, “sono molto interessato a quale idea di città si vuole proporre, ma continuo a ricevere numerose sollecitazioni perché alla mia candidatura a sindaco, che resta in campo, si affianchi un movimento politico. Sono e resto di Forza Italia, ma aspetto il dibattito interno prima di prendere decisioni sul futuro”.

Né può sfuggire a chi segue la politica il fatto che il nome di Vilardi sia ben lontano dal profilo civico ripetutamente tracciato – non senza critiche – dall’ex sindaco Adriano Paroli, che pure di Vilardi resta un fermo sostenitore. E in questo quadro resta ancora da capire la posizione della cosiddetta terza gamba dell’alleanza: Fratelli d’Italia.

Insomma: nonostante anche oggi ci sia stato un vertice tra la Gelmini e il coordinatore lombardo leghista Paolo Grimoldi il cerchio appare ancora lontano dal chiudersi. Vilardi resta in pole position, ma – tra l’ex assessore e la Loggia – ci sono prima da superare le elezioni regionali e le politiche (che potrebbero rinvigorire le brame leghiste). Inoltre il rischio che attorno a lei in troppi (da Forza Italia alla Lega) mettano i bastoni fra le ruote o portino troppo poca acqua alla “causa” induce alla cautela. Pena la disfatta.

 

Giorgio Maione, Forza Italia
Giorgio Maione, Forza Italia
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5 Commenti

  1. Ci manca anche la confusione nel candidato sindaco a convincere la gente a votare il centro destra e il gioco è fatto…. Stanno dimostrando infatti quello che hanno fatto in cinque anni di muta e latitante opposizione. Intanto, dalla sponda opposta, si stanno già affilando i coltelli per l’occupazione delle poltrone… Sembra che i due schieramenti stiano vivendo due campagne elettorali distinte… Infatti non hanno problematiche comuni….

  2. Verrebbe da dire spiritosamente che il candidato del centrodestra potrebbe a questo punto essere estratto a sorte tra tutti i cittadini bresciani che si dichiarano elettori di quello schieramento. Questo in considerazione del caos totale che regna da quella parte e anche dalle probabilità effettive che il prescelto ha, chiunque esso sia, di battere Del Bono. Ma se, come la legge ordinariamente prevede, si vota a Brescia tra metà aprile e metà giugno, può anche essere che le scelte finali siano però rinviate a dopo il 4 marzo quando i pesi politici saranno misurabili e soprattutto Rolfi e la Bordonali avranno conosciuto il loro destino in Regione.

    • È un contentino da dare all’elettorato di destra per dire abbiamo candidato qualcuno. Tutti aspettano le elezioni politiche per vedere come vanno e come si sistemano a livello di poltrone. Poi lo o gli sconfitti dovranno raccogliere la candidatura a sindaco, come scarto e capro espiatorio…

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