Treno deraglia: tre donne le vittime, ma non c’è ancora un perché

Dai primi rilievi non ci sarebbe stato alcun problema al sistema di scambio: a provocare la tragedia potrebbe essere stato il cedimento di un pezzo di rotaia di pochi centimetri

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Un'immagine aerea del treno deragliato, foto della Polizia
Un'immagine aerea del treno deragliato, foto della Polizia

Non c’è ancora una spiegazione per la tragedia che questa mattina si è consumata lungo l’asse ferroviario lombardo. Le vittime sono tre donne: Pierangela Tadini, 51 anni; Giuseppina Pirri, 39 e Ida Maddalena Milanesi, 61. Ma gli ultimi aggiornamenti parlano ancora di quattro feriti gravi (se pure non in pericolo di vita). Ma la tragedia avrebbe potuto essere molto maggiore, perché sul Cremona-Milano, quando tre vagoni sono deragliati, viaggiavano ben 350 persone. E sulle cause non ci sono ancora spiegazioni, anche se le polemiche contro Trenord sono forti.

LE CAUSE DELL’INCIDENTE

Al momento l’unica certezza è che il treno è sparito dai radar delle Ferrovie alle 6.57 ed è ricomparso tre minuti dopo, quando l’incidente era già avvenuto, un chilometro prima della stazione di Pioltello. La carovana viaggiava a circa 140 chilometri all’ora, ma si tratterebbe di una velocità normale. Dai primi rilievi non ci sarebbe stato alcun problema al sistema di scambio: a provocare la tragedia potrebbe essere stato il cedimento di un pezzo di rotaia di pochi centimetri (ritrovato dalle forze dell’ordine a diversi metri dai binari). Nelle vicinanze, secondo quanto riferito da alcune fonti, era prevista la sostituzione di un tratto di rotaia troppo usurato, ma potrebbe trattarsi di una coincidenza. Alcuni passeggeri e il capotreno, riferiscono le cronache, hanno segnalato una forte vibrazione nell’imminenza del deragliamento.

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