Una donna è finita ai domiciliari e tre persone sono indagate con l’accusa di aver messo in piedi una rete di finte Onlus, con presunta finalità sociale ma nate in realtà con l’unico scopo di truffare le aziende promettendo loro finti finanziamenti. Salvo poi sparire, intascarsi gli anticipi e… andarseli a giocare al casinò.
A scoprire il giro di malaffare è stata la Guardia di Finanza di Brescia, che – con l’operazione Maga Circe – ha messo nel mirino due società “senza scopo di lucro” (apparentemente nate per sostenere progetti di solidarietà nei paesi più poveri) che avevano sede legale a Cernusco Lombardone (Lecco) e in Svizzera, ma che in realtà operavano su Brescia e su Vimercate (Monza e Brianza). Il copione era sempre lo stesso: la prima fondazione fingeva di valutare i progetti – in ambito green – degli imprenditori-vittime. La seconda preparava i contratti per l’erogazione dei fondi: ben 143 quelli firmati, per finanziamenti promessi di circa 3,5 milioni di euro. In realtà la donna e i suoi sodali incassavano gli anticipi (dai 2.200 euro ai 4.400) e poi sparivano sostenendo che i fondi non erano stati erogati per “intoppi burocratici”.
Un giochino da 750mila euro di incassi. Che la 54enne di Lesmo (Monza e Brianza) spendeva per fare la bella vita e per pagarsi il vizio del casinò. Pare che a Campione e a Sanremo, infatti, la donna abbia lasciato sul tavolo verde ben 100mila euro.