Nelle scorse settimane Aurelio Bizioli e altri membri del Comitato degli azionisti ribelli di Banca Valsabbina sono stati sentiti dalla Guardia di Finanza “come persone informate sui fatti” in relazione all’assemblea dell’istituto di credito dello scorso anno. A darne notizia è lo stesso Comitato, che in una nota diffusa poche ore dopo la riunione di Gavardo parla di “inchiesta della magistratura”, anche se gli inquirenti – secondo quanto riporta il Giornale di Brescia – negano l’inchiesta sottolineando che “semmai sono in corso accertamenti, delegati alla Guardia di Finanza, su un esposto inviato da un anonimo sullassemblea della banca del maggio 2017” (la questione sarebbe quella del sistema di raccolta delle deleghe). Quanto a Banca Valsabbina, sempre secondo il giornale, non commenta e “rinvia qualsiasi azione in altre sedi competenti per tutelare il proprio marchio”.
Banca Valsabbina, i soci ribelli “sentiti dalla Finanza”
Nelle scorse settimane Aurelio Bizioli e altri membri del Comitato degli azionisti ribelli di Banca Valsabbina sono stati sentiti dalla Guardia di Finanza "come persone informate sui fatti" in relazione all'assemblea dell'istituto di credito dello scorso anno
Come siano andate le cose in assemblea bastava essere presenti per capire che qualcuno si era attivato per raccogliere deleghe.
Il problema vero è che le tanto decantate azioni di banca valsabbina sono ferme da mesi a 5 euro e che l’ingresso sul mercato hi-mtf di altre banche simili non ha certo migliorato la situazione.