E’ polemica per la decisione dei maggiori operatori telefonici di recepire la direttiva governativa che li obbliga a portare il ciclo di fatturazione da 28 a 30 giorni aumentando i prezzi degli abbonamenti.
Oggi, solo per fare un esempio, tutti gli utenti Tre Wind si sono visti recapire un messaggio che annunciava un sensibile aumento degli abbonamenti: “Modifica condizioni contrattuali: come gia’ comunicato, dal 24/3/18 le opzioni su credito residuo si rinnoveranno mensilmente. Per riposizionamento dell’offerta il costo nominale di rinnovo verra’ adeguato alla nuova durata e incrementato dell’8,6% senza variazione della spesa annuale. Minuti, SMS e GIGA aumenteranno del 10%. Recesso da contratto o passaggio altro operatore senza costi entro il 23/3/18”.
Insomma: la novità positiva per gli utenti è rimasta soltanto sulla carta e l’unica via di risparmio per gli utenti è quella della disdetta anticipata dell’offerta e della sottoscrizione di un abbonamento, solitamente a prezzi più vantaggiosi.
E nel frattempo continuano le indagini, su Tre, Tim e Vodafone per scoprire se hanno fatto cartello. “Wind Tre – informa una nota dell’azienda – nel corso dell’ispezione odierna disposta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ha fornito, con la massima collaborazione, tutte le informazioni richieste. L’azienda conferma di aver pienamente rispettato le disposizioni di legge e di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”.