Prostituta incinta si ribella: arrestata sfruttatrice nigeriana

La Polizia ha arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Alessandra Sabatucci e su richiesta del pm Katia Bressanelli, un cittadina nigeriana di 37 anni

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Si sono prese per i capelli e, nella colluttazione, sarebbe spuntato anche un coltello. La zona industriale di Boario Terme è sempre più calda: ieri pomeriggio, una rissa tra due prostitute nigeriane nell’area dei capannoni tra Angone ed Erbanno, ha rischiato di finire in tragedia dopo che, durante una lite a schiaffi e calci, una delle due è stata ferita leggermente con un coltello. Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Darfo e gli agenti della Polizia Locale intervenuti sul posto dopo l’allarme lanciato da alcuni passanti. Secondo una prima ricostruzione, la causa della lite sarebbe collegata a questioni di battuage «esclusivo» sul territorio dove si registra un viavai di clienti a tutte le ore del giorno e della notte.
Prostitute nigeriane, foto generica d'archivio

La Polizia  ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Alessandra Sabatucci e su richiesta del pm Katia Bressanelli, un cittadina nigeriana di 37 anni. A cui carico, riferisce una nota, sono stati raccolti gravi indizi in ordine al reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Le indagini sono partite dalla denuncia di una giovane connazionale che, complice lo stato di gravidanza e il provvidenziale aiuto di un’amica, nei mesi scorsi ha deciso di sottrarsi allo sfruttamento della sua “madam”, trovando rifugio in una struttura specializzata nell’accoglienza di donne vittime di tratta.

Nel corso della sua dettagliata denuncia, la ragazza ha raccontato la sua storia, tristemente comune a tante altre sue connazionali.

Dopo essere stata reclutata nel suo paese di origine con la promessa di una vita migliore, veniva sottoposta a riti magici, che la impegnavano a rimborsare 40.000 euro come prezzo del suo trasferimento in Italia. In un primo viaggio, quindi, la donna è stata portava in Libia, dove . prima di essere imbarcata per la traversata mediterranea – ha subito angherie e violenze. Una volta giunta in Sicilia, poi, è stata trasferita in una struttura per richiedenti asilo di Varese: da lì si è allontanata con una connazionale per unirsi, come le era stato imposto, alla sua madam in provincia di Brescia.

Dopo essere stata collocata prima in un appartamento di villaggio Sereno e poi di Viale Zara, la giovane vittima e la sua connazionale sono state costrette a prostituirsi a Faverzano (frazione di Offlaga), con l’obbligo di versare alla sfruttatrice almeno 700 euro a settimana, pena il digiuno. Secondo quanto riferito dalla vittima, prima di affrancarsi, avrebbe versato alla sua sfruttatrice oltre 13000 euro.

La sfruttatrice è stata rintracciata in un appartamento di Bagnolo Mella: lì è stata trovata anche una giovane nigeriana richiedente asilo, che non si esclude possa essere una nuova vittima della madam.

Alla indagini ha contribuito anche personale della Polizia Locale di Bagnolo Mella, che ha fornito preziose informazioni sugli strani movimenti che avvenivano nello stabile ove viveva l’arrestata.

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