Fuga dei cervelli: un fenomeno particolarmente diffuso, specialmente negli ultimi 10 anni

E' doveroso affrontare il tema facendo luce sui motivi che spingono gli expat a prendere questa decisione e sui relativi aspetti organizzativi, delineando anche l'identikit di chi si muove in questa direzione

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La storia spesso è ciclica, questo significa che alcuni fenomeni caratterizzanti una data epoca molto probabilmente torneranno a verificarsi: è il caso dell’emigrazione, tornata prepotentemente in auge negli ultimi dieci anni. I motivi che hanno portato migliaia di persone a questa decisione sono spesso frutto della crisi economica: in seguito a questi anni difficili i flussi migratori sono arrivati quasi ai livelli storici vissuti dall’Italia degli anni ’50 e ’60. Dal 2015 ad oggi possiamo considerare una media di circa 100.000 unità che ha scelto la via espatrio; i ritorni, invece, non superano quota 30.000 unità. Ciò che differenzia i flussi di oggi da quelli di ieri è il livello di istruzione di chi ci lascia, decisamente più elevato, basti pensare che il 30% di chi emigra è laureato. È pertanto doveroso affrontare questo tema facendo luce sui motivi che spingono gli expat a prendere questa decisione e sui relativi aspetti organizzativi, delineando anche l’identikit di chi si muove in questa direzione.

Perché gli italiani emigrano?

Il fenomeno degli expat e della fuga di cervelli trova alla sua base delle motivazioni piuttosto chiare. Prima di tutto la crisi che dal 2008 ha inevitabilmente spinto gli italiani a cercare delle opportunità lavorative all’estero. Un altro motivo da tenere in considerazione è quel crescente calo del senso di appartenenza alla propria patria. Oggi infatti molte persone si sentono cittadine del mondo piuttosto che italiani e questo naturalmente abbatte quei confini mentali tipici ad esempio degli anni ’80/’90. Inoltre, il bisogno di cambiamento fra le nuove generazioni è sempre più forte, così come la voglia di trovarsi in un luogo diverso da quello nativo, dove la qualità di vita è migliore e dove eventualmente creare una propria famiglia. Un altro fattore che spinge le persone verso mete estere è quello fiscale, assolutamente da non sottovalutare: ad esempio chi è in pensione si trova molto spesso a fare delle scelte di vita radicali, trasferendosi in paesi il cui costo della vita è decisamente inferiore  rispetto a quello italiano.

Come si organizzano prima della partenza?

In prossimità della partenza e una volta arrivati sul posto le sfide che gli expat devono affrontare non sono poche: dall’organizzazione del trasloco alla ricerca di una casa e di un lavoro. Per superarle è necessario iniziare a muoversi ancor prima di arrivare a destinazione; soprattutto per il trasloco. Da questo punto di vista per far sì che tutto vada per il verso giusto è consigliabile rivolgersi a società specializzate in traslochi internazionali come Bliss Moving che si occuperanno di organizzare tutto il processo di trasferimento. Così si potrà affrontare questa fase senza stress e ci si potrà dedicare ad altro, come la ricerca del lavoro. Qui per avere successo bisognerà iniziare facendo un’attenta analisi delle proprie competenze e dei propri punti di forza, per poi cercare su internet quegli annunci più adatti al proprio ruolo. In questo caso il consiglio migliore è quello di evitare l’invio compulsivo di mail e, piuttosto, fare una selezione mirata. È bene sapere che, a differenza del passato, molti dei colloqui saranno fatti via Skype: un vantaggio notevole quando si cerca lavoro all’estero. È inoltre consigliabile approfondire le proprie conoscenze linguistiche ancor prima della partenza, per aumentare le chance di trovare quel lavoro cui si aspira.

L’identikit dell’expat italiano

Chi è l’expat italiano? Secondo le ricerche di settore sono soprattutto i giovani laureati ad emigrare, per questioni di studio o di lavoro. Anche la fascia degli over-50 ha scoperto diversi vantaggi legati ad una vita fuori dall’Italia. Un dato curioso: secondo le ricerche dell’Unione Europea dal nostro Paese emigrano soprattutto medici e infermieri per via delle tante opportunità professionali presenti al di là dei nostri confini, specialmente in Inghilterra. Anche gli insegnanti prendono non di rado questa decisione, per via delle oggettive difficoltà di superare i concorsi ed entrare di ruolo. Tuttavia la frangia di emigranti più corposa è quella degli under-25, con un aumento pari al +225%: qui incidono soprattutto le motivazioni legate allo studio e alle specializzazioni universitarie, spesso più formative e con maggiori sbocchi lavorativi.

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