Sospetti appalti truccati a Bergamo: nei guai anche imprenditore bresciano

Secondo l'accusa i due primi cittadini avrebbero architettato un sistema per truccare gli appalti e ottenere fondi della Regione, rendicontando spese per un totale di 16,5 milioni e percependo indebitamente fondi per oltre 3 milioni di euro

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Fiamme Gialle a Brescia
Guardia di Finanza a Brescia

Ci sarebbe anche un imprenditore bresciano tra le persone indagate nell’ambito di un’indagine della Finanza e dei Carabinieri di Bergamo, conclusa con l’arresto di due sindaci orobici (i Comuni sono quelli di Foppolo e Valleve), ex amministratori di una società di gestione di impianti sciistici.

Secondo le accuse (ovviamente ancora tutte da provare), i due primi cittadini avrebbero architettato un sistema per truccare gli appalti e ottenere fondi della Regione, rendicontando spese per un totale di 16,5 milioni e percependo indebitamente fondi per oltre 3 milioni di euro. Per loro le accuse sono significative: falsificazione di atti pubblici, abuso d’ufficio e bancarotta fraudolenta: la società in questione, infatti, è fallita ed è stata trovata traccia di un trasferimento di circa 700mila euro a una società di Hong Kong, giustificato formalmente con attività di ricerca di investitori asiatici.

Ma forti dubbi sono emersi anche sulla gara gara bandita dal Comune di Foppolo per il riposizionamento di una telecabina 12 posti, oggetto di incendio doloso nel corso del luglio 2016.

Nell’indagine i militari hanno evidenziato una fitta rete di collaborazioni, che coinvolgerebbe la moglie di uno dei due sindaci, alcuni professionisti e un’impegata comunale, sospesa dal servizio. Tra le posizioni all’attenzione degli investigatori c’è anche quella di un imprenditore bresciano, aggiudicatario e unico partecipante alla gara per la telecabina.

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