Aspiranti profughi sorpresi a spacciare nei parchi: dieci stranieri in manette

E' quanto hanno scoperto la Polizia di Stato e la Polizia locale a Brescia che - con l'ausilio di agenti in borghese - ha arrestato nelle scorse ore dieci stranieri con l'accusa di spaccio di stupefacenti

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Spaccio e degrado nei parchi di Brescia
Spaccio e degrado nei parchi di Brescia e provincia, foto generica

Molti di loro erano richiedenti asilo e aspiravano allo status di profughi. Ma nel frattempo si “guadagnavano” da vivere spacciando nei parchi. E’ quanto hanno scoperto la Polizia di Stato e la Polizia locale a Brescia che – con l’ausilio di agenti in borghese – ha arrestato nelle scorse ore dieci stranieri con l’accusa di spaccio di stupefacenti.

L’operazione antidroga, coordinata della Procura della Repubblica di Brescia, è stata avviata nel mese di febbraio, con il supporto della Direzione Centrale per Servizi Antidroga e in collaborazione con l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura. Le indagini si sono concentrate principalmente nel parco di via Sardegna, in prossimità dell’Oratorio Santa Maria da Silva e della Scuola Media Bettinsoli, luoghi notoriamente frequentati da giovani. Dieci, come detto, gli arresti, già convalidati dal Gip con l’inserimento in carcere per quattro e il divieto di dimora per sei.

Tra le tecniche investigative utilizzate – oltre alle telecamere – c’è stata anche quella dell’undercover, con l’utilizzo di cosiddetti agenti provocatori che hanno acquistato la droga ritardando poi l’arresto della droga. Una svolta metodologica, che promette di portare importanti risultati anche in altre zone della città. A partire dalla Stazione.

 

 

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6 Commenti

  1. Da un punto di vista solo economico, quindi al di fuori da ragionamenti di morale, politica, religione, chi paga i costi di attività di indagine, arresto, carcerazione, giustizia, ecc.. ??
    Questo più di ogni altra cosa mi pare insopportabile per uno Stato che ha già notevoli problemi di debito pubblico e di economia fragile. Supportare gli extracomunitari onesti è un costo che un popolo civile è giusto affronti, ma sopportare il costo e i disagi a volte gravissimi del crimine straniero non è giusto. Sprecare finanza per mantenere in carcere i moltissimi immigrati condannati per violenza, stupri, accoltellamenti, rapine, ec. è abnorme. Vanno restituiti ai paesi di origine, previo accordi fra governi. Ciò provocherebbe anche il vantaggio che i seguaci di questi detenuti potrebbero tornare in patria per seguire da vicino il loro detenuto.
    Buono e generoso supportare gli onesti in difficoltà, pessimo sopportare il costo del crimine !!

    • Si restituiscono oggetti o merci, non persone…Ma il vero problema, il più palese ed evidente, è che come Italia non abbiamo ad oggi legiferato nella direzione che gravità e complessità del problema immigrazione imponevano. Istituendo, cioè, vincoli e controlli severi, in apposite strutture, su ogni persona che entrasse nel Paese, definendo tempi certi e rapidi per le indentificazioni e gli accertamenti tra aventi e non aventi diritto a richiedere asilo politico, distinguendo, al compimento di reati e alla loro reiterazione, chi arrivasse per affrancarsi dal bisogno e chi per delinquere deliberatamente sapendo di “farla franca”, riconoscendo e sanzionando penalmente il reato di clandestinità per riaccompagnare rapidamente i clandestini alle frontiere, facendo scontare condanne penali definitive nei paesi di provenienza. Invece, parliamo solo di accoglienza e di problemi umanitari ed insistiamo pure su questa linea con milionate di euro destinati al mantenimento di chi pensa spesso di avere solo diritti e nessun dovere transitando pure per la delinquenza e la malavita.

  2. Ricondurre il delinquente carcerato dalle carceri italiane a quelle del proprio paese è un tipo di accordo fra governi che altri han fatto.

    • Non bastano però nè accordi unilaterali nè multilaterali perchè la Convenzione di Strasburgo prevede come requisito la volontà del condannato e dello stato di destinazione per il trasferimento. Dunque, bisognava darsi da fare in modo assai più articolato e complesso, agendo pure sull’estradizione così come prevista dal Codice penale. ma non abbiamo fatto quasi niente, all’italian appunto.

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