Opere d’arte rubate, sacerdote indagato per ricettazione

Nella casa del prete e nella cappella della casa di riposo che gestisce, infatti, sono stati trovati dai carabinieri di Imperia ben 70 oggetti rubati

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Un sacerdote, un suo collaboratore e un commerciante bresciano sono stati denunciati per ricettazione di oggetti sacri e opere d’arte. Nella casa del prete e nella cappella della casa di riposo che gestisce, infatti, sono stati trovati dai carabinieri di Imperia ben 70 oggetti rubati.

Le indagini erano partite dal furto della reliquia di San Giustino, rubata nel 1992 alla parrocchia di Paganica (L’Aquila) e finita in una casa d’aste di Parigi tramite un antiquario del principato di Montecarlo. A quest’ultima l’aveva ceduta un commerciante bresciano, che l’aveva acquistata dal prete.

Cerchio chiuso. E’ emerso infatti che anche in altre parrocchie in cui è stato il sacerdote erano avvenuti furti. Tra questi alcuni quadri del XVIII secolo rubati a L’Aquila, Ascoli e Parma.

 

 

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3 Commenti

  1. Niente di nuovo sotto il sole. Da sempre succedono queste e ben più gravi cose. Il tutto risaputo dalla curia e dal vescovato che, per indolenza, incapacità e per non spiacere i bravi parroci che non devono mai essere controllati nè contraddetti, si tace. Ogni tanto la gente protesta perchè gli fai sparire gli ex voto o abbatti santelle o fai sparire tele, candelabri e oggetti sacri e adorati dal popolo, ma poi tutto torna nella normalità e loro fanno quello che vogliono. Tanto poi fanno altre raccolte e altre collette e la gente, scemamente, abbocca. Loro ricomprano ciò che piace a loro, non alla gente, e alla fine tutto è come prima. Regola generale quindi: non dare mai niente al clero perchè non è roba nostra ma roba loro e ne fanno quello che vogliono alla faccia di tutti…

    • Per non parlare dei lasciti e delle donazioni testamentarie che fanno incassare vagoni di milionate di euro. Ogni anno solo a Roma (!) si contano diecimila testamenti, spesso milionari, a favore della Chiesa Cattolica. La quale dovrebbe automaticamente pensare ai poveri e fare un…giroconto. Invece vengono incamerati e non a caso il solo patrimonio immmobiliare della Chiesa Cattolica è di 2.000 miliardi di euro. Intanto il Papa con il nome del poverello di Assisi, parla…parla…parla

  2. Purtroppo però ancora troppa gente crede a questi mestieranti che si ergono intermediari tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Ed è proprio questo pubblico che determina la loro fortuna. L’unico modo per affrancarsi da loro è l’educazione. Non crescere i figli con le loro idee e stare alle larghe da quegli ambienti. Già la cultura dagli anni Settanta in poi è molto cambiata ed infatti le persone nate e cresciute da quel periodo in poi non hanno tutte quelle regole e quella cultura imposta. Ed i risultati li vediamo: chiese vuote, lontananza dai loro ambienti, altri interessi. E quando saranno vecchi a loro non verranno in mente di andare a dire i rosari o fare le quaresime. Per fortuna… Adesso speriamo che questo governo, per reperire le risorse, metta mano all’otto per mille, spreco per eccellenza…

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