L’accordo sui nomi è stato trovato. La nuova giunta della città di Brescia, guidata da Emilio Del Bono, sarà composta da sei assessori uscenti e da tre “nuovi” assessori.
GLI ASSESSORI DI DEL BONO
Confermati, nella squadra di governo, sono Valter Muchetti (Pd), Federico Manzoni (Pd), Laura Castelletti (civica, vicesindaco con delega alla Cultura), Marco Fenaroli (sinistra), Michela Tiboni (indipendente, Urbanistica) e Roberta Morelli (che però non dovrebbe essere confermata all’Istruzione). Mentre i nuovi assessori saranno Miriam Cominelli (Pd, Ambiente), Alessandro Cantoni (civica) e Fabio Capra (Pd, Bilancio), che pure aveva già ricoperto gli incarichi di assessore al Bilancio e ai Servizi sociali con Corsini. Mentre il ruolo di presidente del consiglio comunale sarà affidato allex presidente della Fondazione Asm Roberto Cammarata.
Resta invece ancora aperta la questione delle deleghe, che Del Bono avrebbe dovuto annunciare ai fedelissimi già oggi. Non l’ha fatto (anche se l’annuncio ufficiale è fissato per domani alle 18) e questo, secondo i beninformati, sarebbe dovuto soprattutto alla difficoltà di comporre le materie rispetto ai nomi. L’ipotesi, infatti, è che un paio di assessori si trovino in carico due deleghe pesanti, che nella passata legislatura facevano capo ad altrettanti nomi.
In questo quadro, poi, sono soprattutto due gli scontenti: il consigliere castellettiano Fabrizio Benzoni, escluso dalla giunta nonostante qualche ambizione, e l’ex parlamentare Pd Guido Galperti, il cui nome era circolato a lungo come possibile assessore al Bilancio o presidente del consiglio comunale.
IL NODO GALPERTI
La questione Galperti, in particolare, rischia di aprire un fronte nella nuova maggioranza. Galperti, infatti, è uno degli uomini forti del Pd bresciano e alle scorse politiche è stato escluso all’ultimo dai posti che valevano la conferma a Roma. A lui il sindaco Del Bono aveva chiesto un aiuto per costruire e guidare la sua lista civica, che al voto ha superato il 6 per cento eleggendo due consiglieri: Cantoni e lo stesso Galperti (che pure l’ha spuntata di un soffio su Francesco Patitucci). Ora, però, Galperti sembra essere rimasto fuori da tutto. Almeno per ora. Una scelta che stupisce molti e che potrebbe non essere definitiva.
E’ ormai un caso quasi umano quello di Galperti. Sette lustri di carriera politica: sindaco, consigliere e assessore provinciale, due volte consigliere regionale, poi prima alla Camera e quindi al Senato. Cosa potrebbe fare se non gli troviamo un assessorato o almeno una Presidenza di un Ente di primo piano o la nomina a magari a consigliere di A2A ? Avere fatto un mestiere, uno qualsiasi, ti è d’aiuto in questi casi. Ma qui, dopo trent’anni di politica, è dura. Bisogna lanciare un appello pubblico a Del Bono o una raccolta firme perchè Galperti su una panchina dei giardini di Viale Venezia proprio non ce lo vediamo. Salviamo il soldato Guido !