Un giornalista di Giornale di Brescia, Teletutto ad Ansa, Andrea Cittadini è stato indagato dalla magistratura per istigazione alla violazione del segreto d’ufficio per le notizie date in relazione alle vicende della scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli (8.10.2015) e alla sparizione di una giovane palazzolese, poi ritrovata (febbraio 2017).
Il giornalista è stato sottoposto a perquisizione di casa, automobile e supporti informatici da parte dei carabinieri, con il sequestro di cellulare e tablet. Oltre, secondo quanto riferisce il Giornale di Brescia, ad essere stato interrogato per 10 ore. Un provvedimento senza precedenti nella storia bresciana.
Quanto accaduto è stato duramente condannato dall’Ordine dei giornalisti e dal Comitato di redazione del Giornale di Brescia e di Bresciaoggi, che hanno diffuso due note per criticare il comportamento della magistratura in questa vicenda. Le riportiamo integralmente, sottolineando la piena solidarietà della redazione di BsNews.it al collega Andrea Cittadini.
LA NOTA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI
Un cronista di giudiziaria del Giornale di Brescia e corrispondente locale dellAnsa, Andrea Cittadini, è sotto indagine con laccusa di istigazione a delinquere per aver svolto semplicemente il suo abituale lavoro quotidiano. Al collega, cui sono state perquisite la casa, lauto e i supporti informatici, è stato sequestrato il cellulare e il tablet dopo essere stato trattenuto per unintera giornata nella caserma dei carabinieri. Ad Andrea Cittadini viene contestato il fatto di essere in possesso di fonti dinformazione riguardanti il caso della scomparsa di Sara Capoferri e di Mario Bozzoli, raccontandone la cronaca dei fatti, e di aver istigato ignoti pubblici ufficiali a violare il segreto dufficio, così recita il provvedimento della Procura della Repubblica di Brescia nei confronti del cronista giudiziario.
La ricerca della notizia, e cioè il ruolo e la missione del cronista, sviliti a istigazione a delinquere da reprimere per via giudiziaria – denunciano congiuntamente Alessandro Galimberti e Carlo Verna, rispettivamente presidente dellOrdine dei giornalisti della Lombardia e presidente dellOrdine nazionale dei giornalisti – La Procura di Brescia apre una nuova frontiera nella educazione dei cronisti, ordinando il sequestro di telefono e tablet del giudiziarista del Giornale di Brescia e corrispondente dellAnsa, Andrea Cittadini, per scoprire lintera rete delle relazioni professionali del collega allinterno e allesterno del palazzo di giustizia. Il procuratore lombardo crea così un precedente pericolosissimo – sottolineano Galimberti e Verna -nella dinamica dei rapporti tra la magistratura e le persone che più da vicino ne devono raccontare (e democraticamente controllare per conto dei cittadini) lattività, ipotizzando che la semplice indagine giornalistica (cioè chiedere informazioni alle fonti) costituisca lillecito penale di istigazione a delinquere, cioè far rivelare segreti d ufficio ai dipendenti pubblici. Questa impostazione non può essere accettata in un sistema, nazionale ed europeo, che respinge ogni forma di coercizione, diretta o indiretta, sui portatori del diritto dovere costituzionale di informare liberamente i cittadini/elettori di una democrazia compiuta.
LA NOTA DEL COMITATO DI REDAZIONE DEL GIORNALE DI BRESCIA
Il Comitato di redazione del Giornale di Brescia, nel condannare con fermezza quanto accaduto al collega Andrea Cittadini gli esprime totale e piena solidarietà. Siamo di fronte ad un vero e proprio atto intimidatorio non solo nei confronti del singolo giornalista, ma di tutta la redazione; un attacco alla libertà di stampa e al diritto di cronaca che non intaccherà in alcun modo il nostro lavoro e la nostra continua ricerca della verità. L’unica colpa del collega Andrea Cittadini, che si occupa prevalentemente di cronaca giudiziaria, è stata quella di aver svolto con scrupolo e attenzione la sua attività professionale, come ha dimostrato quotidianamente con i suoi articoli. La Redazione del Giornale di Brescia, che da sempre si contraddistingue per la sua obiettività, proseguirà ogni giorno nel suo compito, ma anche nel suo diritto e dovere di informare senza alcun timore e senza nessun altro padrone se non il lettore.
LA NOTA DEL COMITATO DI REDAZIONE DI BRESCIAOGGI
«Un atto di rappresaglià che mette a rischio la libertà di stampa». Così il Cdr di Bresciaoggi ha commentato linchiesta aperta a carico del collega cronista di giudiziaria Andrea Cittadini. «Da tempo – hanno affermato, in una nota, Giuseppe Spatola, Valentino Rodolfi e Luca Canini del Cdr – a Brescia si respira aria pesante. Il blitz ai danni del collega è da intendersi come un segnale per tutti i giornalisti bresciani. Comportamenti limitè partiti dopo alcune inchieste che riguardano il mondo vicino a chi opera in Procura. In questo senso da cittadini prima che da colleghi del cronista, spaventano i comportamenti messi in campo per intimidire chi dovrebbe informare liberamente e democraticamente».
Caro Direttore, mi ha fatto molto piacere vedere BsNews in prima fila nel sottolineare la gravità di quanto avvenuto al giornalista Andrea Cittadini, nonché nel riportare le varie posizioni di Giornali e dell’Ordine dei Giornalisti. Penso che, oltre al mondo della stampa, anche il mondo politico, bresciano e non solo, debba prendere una chiara posizione. Per ciò che mi riguarda ho condiviso in particolare anche le considerazioni molto critiche espresse oggi dal Direttore del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini, in un suo intervento. La gravità del fatto la rende purtroppo anche una vicenda emblematica, che va ben oltre il singolo episodio e che ci dice d’un possibile ed inquietante clima in fatto di libertà. In alcune prese di posizione si parla esplicitamente di intenti anche intimidatori. Consapevoli peraltro che, ancor prima dello diritto inviolabile del giornalista, s’impone e va tutelato – ed in favore dell’intera nostra Comunità – ancor più forte e prioritario il dovere di cronaca.