Fa discutere l’autocandidatura lanciata da Vittorio Sgarbi, che – in un a intervista rilasciata a ilViterbese – ha dichiarato: “Nel mio destino evidentemente cè scritto che debba fare il sindaco di Comuni che cominciano la lettera s. Dopo Salemi e Sutri, mi candido a Sirmione (dove si voterà il prossimo anno, ndr), che peraltro è una città molto più bella e interessante di Sutri”.
Parole che però non sono piaciute a Viviana Beccalossi, che – in una nota inviata ai giornali – ha stroncato la candidatura sul nascere. “Fare il sindaco è una cosa seria e i Comuni non sono tram sui quali salire e scendere a proprio piacimento. Proprio per questo trovo quantomeno inopportuna la possibile candidatura di Vittorio Sgarbi a Sirmione, uno dei centri più importanti della Provincia di Brescia e perla del turismo lombardo”, ha replicato, sottolineando che “oggi ai sindaci è richiesto un impegno sempre più importante, praticamente h24” e che “non credo proprioche a Sirmione o quantomeno in provincia di Brescia manchino figure in grado di assumersi lonere di assicurare un impegno costante, come del resto ha fatto per quasi un decennio Alessandro Mattinzoli”.
Ma la controreplica è arrivata quasi subito. Ancora più dura di Sgabri. Con il ritiro della candidatura e parole durissime contro l’ex segretaria di Fratelli d’Italia. “Buona notizia per i cittadini”, ha commentato Beccalossi, spiegando che “tra le doti di un sindaco ritengo debba esserci lequilibrio”. Un botta e risposta con accuse e offese che potrebbe anche arrivare nelle aule di tribunale. Ma alla fine Vittorio Sgarbi ha deciso di tenere duro.
“Alla sua diffida, impertinente – ha detto il critico d’artte – ho ricevuto questa risposta di un’osservatrice attenta di Sirmione: ‘Per una Beccalossi che la respinge, cè una città (secondo me) pronta a votarla sindaco’. Ho tempo per accettare la sfida. In fondo la Beccalossi non e’ niente”. Insomma: la polemica è appena iniziata.