Polmoniti nel Bresciano, i casi a quota 138: acqua e aria sotto la lente

Secondo gli ultimi dati le persone contagiate da polmonite sarebbero ben 138 e in ben 124 casi è scattato il ricovero ospedaliero

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Dopo gli esami sull’acqua ora le autorità sanitarie stanno valutando di estendere gli accertamenti sull’aria, con l’obiettivo di trovare le cause dell’epidemia di polmonite che da qualche giorno sta colpendo la provincia di Brescia, in particolare la zona della Bassa. Per ora non ci sono elementi risolutivi, ma i sanitari – come sottolineato dall’assessore al Welfare Giulio Gallera – stanno valutando uno ad uno i casi per capire se ci sono elementi comuni.

I CONTAGIATI: DATI E COMUNI COLPITI

Secondo gli ultimi dati le persone contagiate da polmonite sarebbero ben 138 e in ben 124 casi è scattato il ricovero (17 i casi di polmonite registrati nel fine settimana). Vi sono poi due casi di morti sospette che sembrerebbero collegate alla patologia. Secondo l’Ats i casi hanno riguardato soprattutto Montichiari (26 casi), Calvisano (20), Carpenedolo (34) e Remedello (11) e Acquafredda (9) i comuni maggiormente colpiti. Sono invece 16 i casi riscontrati fuori dalla provincia bresciana: sette ad Asola, 3 a Castiglione Delle Stiviere, uno a Canneto, Casalmoro, Guidizzolo, Porto Mantovano; Drizzona, Casalmaggiore e a Ostiano. Negli ultimi due giorni, inoltre, si sono registrate due morti sospette: quella di un 84enne di Carpenedolo morto dopo un ricovero per polmonite acuta e quella di una 69ennedi Calvisano per la quale è stata disposta l’autopsia. Anche se Gallera ha dichiarato all’Ansa che “i due decessi non parrebbero essere collegati ai casi di polmonite”.

LE POSSIBILI CAUSE

Uno dei fili rossi che uniscono molti di questi territori è la presenza del fiume Chiese. Dunque l’attenzione dell’Ats si sarebbe concentrata sulle fonti d’acqua e si attendono gli esiti delle analisi già effettuate con 52 campionamenti, di cui 24 sulla rete pubblica e 28 in abirazione private. Ma le autorità riferiscono che “anche sull’aria stiamo iniziando a pensare di fare qualcosa”. Al momento, comunque, va detto che non vi sono prove nemmeno del fatto che la polmonite sia diffusa da un batterio.

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