In cella per 39 giorni da innocente con l’accusa di stupro: ora chiede i danni

La legge stabilisce un tetto massimo di 516mila euro, che però vanno rapportati ai giorni. Una giornata in cella, secondo lo Stato, vale soltanto 235 euro

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Ha fatto 39 giorni di cella con l’accusa di aver violentato un’anziana nella notte. E contro di lui si sono levate le grida di diversi politici di centrodestra, che in alcuni casi ne hanno addirittura invocato la castrazione chimica. Peccato che fosse assolutamente innocente e che la presunta vittima – una 87enne residente nel Comune di Castel Covati – si fosse inventata tutto.

E’ quanto accaduto al 34enne rumeno Saint Petrisor, finito alla ribalta delle cronache locali come il possibile autore della violenza denunciata dall’anziana, che – alla fine del 2016 – aveva riferito alle forze dell’ordine di essere stata vittima di violenza da parte di un uomo (poi riconosciuto nel vicino di casa) mentre si trovava nella sua abitazione.

In realtà non era accaduto nulla e le tracce organiche rinvenute nell’abitazione erano quelle di un altro vicino, con cui pare la donna intratteneva una relazione (e che ora è accusato di calunnia aggravata). Ma il rumeno è finito comunque in carcere e a scagionarlo è stata soltanto la prova del Dna.

Ora Petrisor, assistito dall’avvocato Cristian Mongodi, chiede – giustamente – il risarcimento per l’ingiusta detenzione (in precedenza aveva denunciato l’anziana e il vicino per calunnia). Ma la cifra in ballo è comunque modesta e difficilmente lo risarcirà dell’accaduto. La legge, infatti, stabilisce un tetto massimo di 516mila euro, che però vanno rapportati ai giorni. Una giornata in cella, secondo lo Stato, vale soltanto 235 euro, che si dimezzano nel caso di arresti domiciliari.

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