Il manzo all’olio di Rovato – uno dei piatti più noti della cucina bresciana – è ufficialmente un marchio registrato e chi vorrà utilizzarlo dovrà attenersi alle regole, senza introdurre stravaganze nel piatto. Nelle scorse ore, infatti, l’Ufficio Italiano Brevetti ha accettato la registrazione della denominazione e del brand (realizzato dalla scuola Ricchino di Rovato), chiudendo così il lungo iter avviato mesi fa con l’istituzione della De.Co. (l’acronimo sta denominazione comunale).
Nel nuovo disciplinare (che regolamenta un piatto della cui ricetta ci sono documenti scritti fin dal 1.500) si legge che l’unico taglio di carne autorizzato è il cosiddetto cappello del prete (capè del prèt in bresciano). A questo vanno aggiunti olio extravergine, aglio, acciughe, pan grattato, prezzemolo e Grana Padano Dop. Ma non solo: la delibera spiega anche i tempi di cottura e ricorda che la carne – al fine di garantire una maggiore morbidezza al palato – va lasciata riposare per una nottata in un luogo fresco prima di essere servita.
LE REGOLE PER PREPARARE IL MANZO ALL’OLIO DI ROVATO
IL MARCHIO DEL MANZO ALL’OLIO DI ROVATO
LA RICETTA PIU’ ANTICA DEL MANZO ALL’OLIO
RICETTA TRATTA DALLA RACCOLTA DI DONNA VERONICA PORCELLAGA (1554-1593).
Ingredienti:
Carne bovina (scamone o cappello del prete) da 1 kg, un bicchiere dolio doliva, due bicchieri di vino bianco, uno spicchio daglio, prezzemolo tritato, rosmarino tritato, pepe e sale.
Preparazione:
La preparazione deve avvenire il giorno precedente a quello in cui sintende consumare il piatto. In una pentola alta si mettono lolio e la carne, si lasciano insaporire appena con i profumi sopra elencati, quindi si aggiungono sale e pepe, si versa il vino e lo si lascia un poco evaporare a fuoco vivace. Si aggiunge un bicchiere dacqua e si copre il tutto.
La carne deve cuocere a fuoco moderato per due ore abbondanti, quindi la si taglia a fette e le si fa riprendere la cottura per almeno unora. Delicatamente le fette vengono poi accomodate in un piatto ovale profondo e lasciate riposare coperte con il loro sugo.
Siccome il sugo rimasto è, di solito, abbondante è possibile utilizzarlo il giorno dopo per cuocervi delle patate a spicchi.V