Brescia, possiamo davvero liberarci dalle auto? | di Sandro Belli

Evidentemente no. Eppure c’è qualcuno che lo pensa, come gli amministratori pubblici ecologisti che abitano comodamente a cento metri dalla sede del proprio Comune, come chi non ha un’auto o chi è assolutamente stanziale

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Sandro Belli, imprenditore e opinionista di BsNews.it
Sandro Belli, imprenditore e opinionista di BsNews.it

Automobili, biciclette, piste ciclabili, inquinamento: temi pluridiscussi, principali tematiche delle Amministrazioni pubbliche. Possiamo nelle nostre città sostituire le automobili con le biciclette? Evidentemente no. Eppure c’è qualcuno che lo pensa, come gli amministratori pubblici ecologisti che abitano comodamente a cento metri dalla sede del proprio Comune, come chi non ha un’auto o chi è assolutamente stanziale.

Nella città e dintorni ed ancor più per chi deve spostarsi a largo raggio l’auto non solo è indispensabile ma spesso è una seconda casa.

Il grande architetto urbano Le Corbusier, nel suo sogno della città giardino, introdusse nel dinamismo delle zone urbane ad alta densità, l’automobile come parte integrante della pianificazione, immaginando grandi arterie per il traffico veloce, strade sotterranee per trasporto delle merci, aree protette per i pedoni. Quindi non solo riconobbe nell’auto un mezzo utile e moderno, ma la descrisse con estremo favore.

Vero che intasamenti e inquinamento erano mali lontani a venire, ma la sua lezione urbanistica non può essere dimenticata. Scrive J.JAcobs: “S’e diffuso oggi il mito che le strade urbane, palesemente inadeguate ai fiumi di automobili, siano antiquate vestigia del tempo delle carrozze a cavalli, adatte a quel tipo di traffico… ecc. Niente di più falso. In effetti, le strade urbane del diciottesimo secolo erano in genere adatte alle esigenze dei pedoni e all’integrazione degli usi misti esistenti lungo i loro lati, ma erano assolutamente inadatte al traffico a trazione animale… Alla veduta di una strada col solito ingorgo di automobili segue una sorpresa: una vecchia fotografia di Fort Worth con un ingorgo quasi altrettanto caotico di veicoli a cavalli”.

Paradossalmente oggi si sta per arrivare ad una situazione nella quale si annullano, con opportuni provvedimenti e interventi, i due grandi mali della circolazione dell’automobile.

Le auto elettriche, con crescente successo, elimineranno grandissima parte dell’inquinamento dell’aria; e le Smart cities, se ben gestite e programmate, contribuiranno a rendere il traffico più fluido e ordinato. Uno tra i maggiori esperti americani, W. Kappai fornisce a questo proposito alcuni Smart- suggerimenti: “dal momento che un terzo del traffico cittadino è creato da chi cerca parcheggio, si deve attuare un meccanismo di informazione e a volte anche di prenotazione del posto auto tramite i software della “città cablata”;… il percorso delle auto di emergenza deve essere “ predisposto e gestito da una regia informatica, ecc…”.

Anche un potenziamento del traffico di bicicli e simili, dei loro percorsi e dei loro parcheggi miglioreranno la caotica situazione odierna, a condizione che i ciclisti non dimentichino di usare le piste ciclabili, viaggiando invece in strada, oltretutto affiancati e non in fila ordinata. Servono piste ciclabili vere, non righe bianche a un metro dal bordo, senza dislivello e protezione. Mi pare sensato eventualmente fare meno piste ciclabili ma più ben fatte e sicure, dotate di segnaletica ad uso anche turistico (con Qr code) , in modo da invitare i ciclisti a soffermarsi nei migliori siti del percorso. Turismo colto in bicicletta, risultato che mi pare raggiunto solo in parte dalle pur ottime nuove ciclabili bresciane.

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5 Commenti

    • No, molto probabilmente nella sua vita (beato lui…) Sandro non è mai stato obbligato a servirsi dei mezzi pubblici, quindi inconsciamente gli è difficile fare una riflessione completa e seria sulle problematiche trasportistiche e ad un tempo sulla viabilità. Una lettura parziale, quindi, visto che il problema vero è soprattutto “disabituare” certi bresciani ad usare l’automobile, mai di cilindrata inferiore a 2000 cc, per andare a prendere due panini a cinquanta metri da casa o per accompagnare a scuola i figli perchè, “poverini”, già si devono alzare presto e figurarsi se devono salire anche su un autobus sporco e pieno di microbi. Prima bisogna liberarsi da certe abitudini e certe ostentazioni, poi ci libereremo dalle auto.

  1. Essendo il tema ‘automobili e bici ‘ e non in generale la mobilità non ho parlato di metro, ottimo mezzo pubblico che, se possibile prolungherei
    Al Nostranullus che non commenta i testi, ma sferra sciocchi attacchi personali, dico: ho viaggiato per parecchi anni in treno Brescia Milano, ho vissuto un po’ a Milano usando il tram e negli Usa usando solo mezzi pubblici. Non sono un esperto ma un fedele utilizzatore.
    Ottimo mi pare il suggerimento ricevuto e da me ripetuto di dotare i percorsi ciclabili di indicazioni e specifica segnaletica per rendere disponibile a turisti e cittadini un “viaggio culturale artistico e gastronomico con guida stradale”

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