Non una candidatura renziana, ma l’espressione di un fronte largo che vuole cambiare il partito. Così, nel corso della conferenza stampa di oggi, il sindaco di Padenghe Patrizia Avanzini ha presentato la sua candidatura alla carica di segretario provinciale del Pd, rimarcando che “non si riconosce nell’etichetta di ‘renziana’, perchè il Gruppo che la sostiene è eterogeneo, è il gruppo Riformista che vuole cambiare il modello del Partito Democratico e sfida lo status quo per cambiare davvero le cose”.
All’appuntamento erano presenti anche Marianna Dossena, responsabile Dipartimento Sanità, e Rossella Olivari, responsabile Organizzativo.
Durante la conferenza, la Dossena ha puntato anche l’indice contro le “consultazioni opache fuori dagli organismi del partito, senza discussione” che hanno portato a far uscire di scena l’ipotesi di una candidatura unitaria (Pier Luigi Mottinelli era il nome, indicato dal sindaco). “Personalmente non sono mai stata renziana – ha detto la Dossena – ma le correnti si sono rimescolate all’interno del Pd Bresciano, e noi non dobbiamo pensare al livello nazionale ma a quello locale: non ragioniamo in termini di correnti, ragioniamo in termini di contenuti e di persone che possono rivitalizzare il percorso del Partito Democratico”
Rossella Olivari ha aggiunto che “la sensibilità femminile può scardinare dei meccanismi consolidati all’interno del Partito”.
Nella corsa Patrizia Avanzini sarà sostenuta dalla città e dai renziani della prima ora. Il suo avversario sarà Michele Zanardi, sostenuto da un fronte che comprende girelliani, galpertiani e sinistra interna.
i renziani possono rivitalizzare il PD ? Un “nuovo modello” ? Beh, se l’obiettivo è quello di continuare a perdere consensi a livello nazionale la strada renziana dell’ “uomo solo al comando” è quella giusta. Un po’ comsta accadendo al SPD e alla CDU in Germania, entrambi incapaci ormai di intercettare qualsiasi sensibilità innovativa o fuori dai tradizionali contesti consociativi e spartitori. Renzi è il passato perdente, ma in troppi si ostinano a vederlo ancora come il faro di un centrosinistra ormai fatiscente. Giusto che, come a Brescia, ci sia invece subito una resa dei conti.