Confagricultura, il neopresidente Garbelli: lavorerò per sostenere le imprese | L’INTERVISTA

Il nuovo numero uno: voglio proseguire l’attività nell’associazione lungo la strada tracciata dalla Giunta uscente per continuare la storia più che secolare di un’organizzazione che deve essere sempre più vicina ai soci, sia in termini di rappresentanza che di servizi

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Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia
Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia

Giovedì 29 novembre il nuovo Consiglio di Confagricoltura Brescia – Unione provinciale agricoltori ha eletto Giovanni Garbelli come presidente dell’organizzazione. Garbelli succede a Francesco Martinoni, nominato presidente onorario dopo sei anni di presidenza.

Presidente Garbelli, quali sono le prime sensazioni in questa nuova veste?

“È un grande orgoglio e insieme una forte responsabilità guidare da oggi la più importante organizzazione territoriale di Confagricoltura nella prima provincia agricola del nostro Paese.  Sono entrato nel mondo associativo giovanissimo e ho vissuto in prima persona le nostre grandi battaglie sindacali, prima come presidente dell’Anga Brescia e, negli ultimi anni, come vicepresidente di Confagricoltura Brescia e vicepresidente regionale della Confederazione lombarda. Continuerò ad essere agricoltore tra gli agricoltori, vivendo quotidianamente il contatto diretto con tutti i settori dell’agricoltura bresciana”.

Lei si insedia dopo la celebrazione dei 100 anni di Confagricoltura Brescia. A cosa è dovuta la longevità di questa Organizzazione?

“La lunga vita di un’associazione, come di un’impresa, trova le sue ragioni nella capacità di passare il testimone tra le generazioni e di essere adeguati alle sfide del proprio tempo, mantenendosi nel contempo fedeli alle proprie tradizioni. Al centro del programma di questo triennio rimane, proseguendo il lavoro della Giunta uscente, l’impresa e il lavoro degli agricoltori. Vogliamo un’associazione che sia sempre più vicina ai soci, sia in termini di rappresentanza che di servizi”.

Quali saranno le sue priorità?

“Innanzitutto, il lavoro di squadra: in questi ultimi anni Confagricoltura Brescia ha posto al centro della sua azione il coinvolgimento dei consiglieri e delle sezioni economiche di prodotto che, a fianco della direzione, hanno affrontato le tante sfide del nostro comparto. L’agricoltura bresciana, che rappresenta un volume d’affari di oltre un miliardo e mezzo oltre a tutto l’indotto, richiede un’azione politico-sindacale fortemente orientata allo sviluppo e all’imprenditorialità”.

Pac, ambiente, burocrazia, dazi doganali, internazionalizzazione: tante sono le sfide quotidiane che l’aspettano.

“Questi temi sono al centro di un deciso impegno sindacale già avviato da tempo e che continuerò a sostenere per centrare un obiettivo chiave nella logica imprenditoriale che contraddistingue questa organizzazione, ossia la valorizzazione dell’agroalimentare italiano. Abbiamo bisogno di nuovi modelli di relazioni interprofessionali e di una più radicata propensione all’aggregazione di prodotto. Confagricoltura Brescia è convinta che sia giunto il tempo di creare più moderne filiere produttive, superando le conflittualità sterili tra gli operatori, grazie ad accordi con quanti lungo la catena produttiva e commerciale credono in questa strategia. Per quanto riguarda la Politica agricola comune, continuiamo ad adoperarci per scongiurare il rischio di ulteriori riduzioni ai fondi e per riportare al centro delle politiche della Ue l’impresa”.

Quale sarà il rapporto che vuole istaurare con le Istituzioni ed il mondo politico?

“Voglio proseguire la strada tracciata e sfruttare l’autorevolezza e la capacità di elaborazione che Confagricoltura Brescia ha ritrovato grazie a nuova vitalità. Lo abbiamo dimostrato anche in occasione delle elezioni politiche e regionali in cui abbiamo individuato una serie di priorità e di linee di intervento per l’agricoltura bresciana”.

Come interpreta quindi oggi la “rappresentanza sindacale”?

“Rappresentare le imprese, in agricoltura così come negli altri settori, significa sviluppare un serio programma che individui priorità d’azione e proposte concrete, fuori dalla logica degli slogan roboanti, ma privi di reale incisività. Per questo continueremo a tessere rapporti, in modo libero e scevro da interessi partitici, per far avanzare le nostre istanze”.

I suoi interventi nel percorso di agricoltore e rappresentante sindacale si sono sempre contraddistinti per uno sguardo al rapporto tra competitività ed innovazione.

“All’attività di imprenditore agricolo affianco quella professionale di ingegnere: due ruoli che non possono prescindere da un approccio tecnico e scientifico. Essere competitivi, ossia affrontare il mercato con successo, non può essere disgiunto con l’essere costantemente “moderni”, ossia capaci di restare al passo coi tempi, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche manageriale e gestionale. Resteremo al fianco dei nostri agricoltori ed allevatori, coinvolgendo nelle nostre iniziative le grandi personalità del mondo della scienza, convinti della centralità della ricerca e dell’innovazione, contro i pregiudizi e gli atteggiamenti antiscientifici”.

Come ci ha ricordato, lei è stato molto attivo con i Giovani di Confagricoltura e per questo le chiediamo: quale è il ruolo dell’Anga all’interno dell’organizzazione?

“Un’agricoltura moderna e competitiva non può essere che un’agricoltura giovane. I ritardi nel ricambio generazionale nel nostro settore sono purtroppo noti, anche se assistiamo a un’inversione di tendenza. Su questi temi la nostra Anga provinciale deve rimanere protagonista. I Giovani Agricoltori di Confagricoltura si sono affermati come motore di innovazione, e le storie personali e imprenditoriali lo dimostrano proprio a partire dalla nostra Provincia. Per questi motivi, rimane forte il nostro impegno nel sostenere le attività formative anche attraverso l’Anga Academy promossa dai nostri giovani”.

Cosa si porta dietro dagli anni di lavoro a fianco del presidente Martinoni?

“Al presidente Martinoni dobbiamo molto: i suoi anni di presidenza sono stati caratterizzati da un lavoro intenso per proseguire la storia gloriosa della nostra organizzazione. Si è sviluppato un significativo rapporto con i soci, merito anche del rafforzamento professionale della nostra struttura. Con grande stima e amicizia voglio dire: grazie Francesco per il tuo impegno, per la passione e l’umanità con cui ci hai voluto accompagnare in questi anni. Come presidente onorario sono sicuro che non verrà meno il tuo apporto alla nostra agricoltura”.

 

 

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