Bando rinnova veicoli: l’impegno della Regione Lombardia per un’aria più pulita

L'assessore all'Ambiente, Raffaele Cattaneo: "Ai divieti che si scaricano sui cittadini, preferiamo gli incentivi: la Regione ha messo in campo risorse proprie per la sostenibilità ambientale"

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L'assessore regionale Raffaele Cattaneo
L'assessore regionale Raffaele Cattaneo

L’assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo: «Ai divieti che si scaricano sui cittadini, preferiamo gli incentivi: la Regione ha messo in campo risorse proprie per la sostenibilità ambientale»

Incentivi alle micro piccole e medie imprese per la demolizione di veicoli commerciali di proprietà, benzina fino ad Euro 1 incluso e diesel fino ad Euro 4 incluso, con conseguente acquisto, anche in leasing, di un nuovo veicolo ad uso commerciale e industriale (categoria N1 e N2) a basso impatto ambientale. È il bando da 6.5 milioni di euro messo in campo da Regione Lombardia per consentire un ricambio del parco dei veicoli commerciali più inquinanti all’interno del territorio regionale. QUI IL LINK DEL BANDO

“Si tratta di risorse per incentivare la sostituzione di veicoli più inquinanti con mezzi a basso impatto ambientale – ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo – questa è una delle varie misure previste nell’aggiornamento del piano per il miglioramento della qualità dell’aria che va nella direzione di agire sulle emissioni causate dal traffico veicolare. Una delle tre fonti principali responsabili dell’inquinamento dell’aria che respiriamo”. Ma anche sul resto qualcosa di muove…

STUFE A PELLET: I VINCOLI DELLA REGIONE PER TUTELARE L’ARIA

In pochi lo sanno, ma tra le misure definite dalla Regione Lombardia nell’ambito dell’Accordo del Bacino Padano un capitolo specifico riguarda gli impianti per il riscaldamento alimentati a biomassa legnosa, responsabili nei mesi invernali di una quota non residuale dell’inquinamento atmosferico.

La legna, infatti, è un combustibile ancora molto utilizzato per riscaldare le abitazioni. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat il 15 per cento delle famiglie la usa: per motivi “estetici”, per risparmiare o addirittura nella convinzione che sia più ecologica di tutti gli altri combustibili. Purtroppo non è così. Le evidenze scientifiche, infatti, dimostrano che le emissioni di polveri fini e composti tossici dei piccoli apparecchi a legna – come caminetti e stufe – sono molto rilevanti.

Da qui viene la decisione della Regione di imporre standard minimi sul versante dell’efficienza energetica e delle emissioni inquinanti. Vediamoli nel dettaglio.

QUALI SONO I VINCOLI IN VIGORE?

In provincia di Brescia, come negli altri territori lombardi, è in vigore il divieto permanente di installare impianti (come le stufe a pellet) con elevati livelli di emissioni nell’aria. Dal primo ottobre dello scorso anno, in particolare, il requisito minimo per i nuovi generatori domestici è di 3 stelle. Mentre dal primo gennaio saranno obbligatori gli impianti a 4 stelle.

I vincoli riguardano anche gli impianti esistenti. Sempre da ottobre dello scorso anno, infatti, è scattato l’obbligo di spegnere o mettere a norma tutti i generatori di calore a biomasse a 0 e a 1 stelle. Con il 2020 il divieto di utilizzo si estenderà quindi anche ai 2 stelle.

Tra gli obblighi per i cittadini bresciani e lombardi che hanno in casa generatori a pellet di potenza termica inferiore ai 35kW, inoltre, c’è quello di utilizzare pellet di qualità di classe A1, conservando la documentazione che lo certifica.

COSA SI RISCHIA?

Per chi non rispetta le normative le sanzioni sono piuttosto significative e vanno da 500 a 5.000 euro. Nel Bresciano i controlli sono affidati all’ente Provincia, ad esclusione che del capoluogo in cui vengono effettuati direttamente dal Comune.

ATTENTI ANCHE AI ROGHI DA GIARDINO…

La legge lo dice in maniera chiara: bruciare residui vegetali nel giardino di casa o nel proprio terreno non è generalmente consentito. Ma c’è qualche eccezione. La principale riguarda i piccoli roghi per finalità agricole o “tramite processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. La legge regionale – sempre limitatamente ai materiali consentiti dal Testo Unico Ambientale – consente di bruciare “piccoli cumuli” (meno di tre metri steri per ettaro) nei territori dei Comuni posti ad una quota superiore ai 300 metri (200 nel caso di Comunità montane). Mentre nei Comuni a quota inferiore è in vigore il divieto assoluto dal primo ottobre al 31 marzo di ogni anno.

PER APPROFONDIRE LA MATERIA CONSIGLIAMO DI VISITARE QUESTO LINK

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