È stata condannata per falso ideologico ad un anno e quattro mesi, pena sospesa, la donna responsabile della mensa della questura di Brescia che era stata accusata di essersi intascata ben 120 mila euro in una decina di anni di servizio. Il processo si è anche però concluso con l’assoluzione dell’imputata per l’accusa di peculato.
L’inchiesta che aveva portato al processo, partita da una segnalazione di un dirigente della questura che si era accorto di alcune lacune nei conti, aveva effettivamente fatto emergere alcune difformità tra le quote corrisposte dagli utenti della mensa, i buoni pasto e il denaro versato al ministero dell’Interno.
La donna era subito stata sospesa dal servizio e poi accusata di essersi appropriata del denaro (che non è mai stato trovato e, dunque, non ci sono prove sia stato relmente intascato). Si attendono ora le motivazioni della sentenza.