Violino: ecco chi è l’unico ragno pericoloso nel Bresciano

Il Loxosceles rufescens - o ragno violino - è classificato come uno dei due soli aracnidi con possibili effetti di rilevanza medica tra quelli esistenti in Italia

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Ragno violino, foto generica

Gli avvistamenti sono sempre più numerosi anche nel Bresciano. Così come i casi di morso. Si tratta del Loxosceles rufescens – il cosiddetto ragno violino – che è classificato come uno dei due soli aracnidi con possibili effetti di rilevanza medica tra quelli esistenti in Italia. Ma se l’altro – la vedova nera – si trova esclusivamente nelle regioni del centro-sud, il violino è diffuso in tutta Italia ed è una specie fortemente sinantropica: vive, cioè, negli ambienti popolati dagli esseri umani.

Ragno violino, foto generica

IL MORSO DEL RAGNO VIOLINO

Parliamo di un ragno piuttosto piccolo: da uno a cinque centimetri, zampe comprese, con un caratteristico disegno di violino sul dorso. Il suo veleno è pericolosissimo. Il morso del ragno – totalmente indolore – non dà sintomi immediati, se non (talora) arrossamenti e pruriti. Ma con il passare delle ore la citotossina iniettata dal ragno può provocare in alcuni soggetti il loxoscelismo, con necrosi dei tessuti e conseguenze gravissime se si tratta di punti sensibili. Le complicanze possono durare mesi.

RAGNO VIOLINO, PERICOLOSO, MA NON SEMPRE

Va detto – al fine di creare inutili allarmismi – che il violino è un ragno non infestante, timido e non aggressivo: di fronte agli esseri umani predilige la fuga e morde soltanto se “obbligato” (uno dei casi classici è quando lo si schiacchia indossando le scarpe). Inoltre, non in tutti i casi inietta il suo veleno e nella maggioranza degli episodi il morso si risolve con arrossamenti e piccole lesioni cutanee. E’ opportuno precisare poi che esistono diverse specie di ragni simili, i cui effetti sono però molto blandi e arrivano al massimo a quelli di una vespa.

Detto questo, è necessario precisare che i morsi di ragno violino, anche nel Bresciano, sono statisticamente piuttosto frequenti: parliamo di una specie autoctona che da migliaia di anni vive a contatto con l’uomo anche nelle nostre zone. Nessuno ne parla perché non hanno effetti gravi, ma i casi più rilevanti – di cui i media italiani stanno iniziando a occuparsi – hanno suscitato grande attenzione e, talvolta, allarmi ingiustificati.

In caso di dubbio è comunque consigliato rivolgersi al più vicino centro antiveleni, possibilmente conservando la carcassa dell’animale da cui si è stati morsi.

PUNTURE DI RAGNO, CHE FARE? L’OPUSCOLO DEL CENTRO ANTIVELENI

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