Castelcovati, sotto il grigio spunta l’oro nella chiesa quattrocentesca di San Marino

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Restauri nella chiesa di San Marino a Castelcovati (Bs), foto da ufficio stampa

La piccola chiesa di San Marino, vicina al locale cimitero ottocentesco, rappresenta per Castelcovati ed i suoi abitanti un tesoro nel senso più ampio della parola, che non finisce davvero mai di sorprendere. Una considerazione che affianca la fede e l’affetto dell’intera comunità ad un valore storico e artistico che si sta dimostrando sempre più rilevante di questa chiesetta di origine quattrocentesca, costruita, secondo accreditate fonti storiche, per volontà della famiglia dei De Marinis e adibita inizialmente a oratorio campestre.

Proprio in questi giorni tradizionalmente dedicati alla celebrazione della commemorazione dei defunti, in effetti, la chiesa verrà restituita ai fedeli di Castelcovati che potranno tornare ad ammirarne l’interno che è stato oggetto di un importante intervento realizzato dallo staff del restauratore bresciano Leonardo Gatti. Un’opera impegnativa e certosina, fortemente voluta dalla Parrocchia guidata da don Jordan Coraglia, che non si è però ancora conclusa perché è stata impreziosita da una splendida scoperta.

Le decorazioni interne a San Marino sono state completamente restaurate, ma il lavoro non ha compreso l’altare dell’Addolorata, dove si trova la Pietà lignea tanto cara ai fedeli di Castelcovati (e non solo). Nel momento di rivolgere la propria attenzione a questo altare in stucco, infatti, Leonardo Gatti ed il suo staff hanno scoperto le tracce di un’antica policromia e delle dorature che erano diventate invisibili, nascoste sotto la tetra colorazione grigia con la quale era stato interamente ricoperto l’altare nel Novecento. Un autentico cimelio, che ha regalato grande entusiasmo sia a Leonardo Gatti che al parroco don Jordan:

“L’antica policromia – è la sintesi del qualificato restauratore bresciano – appare ancora discretamente conservata. Una scoperta davvero molto interessante, che apre un nuovo capitolo sulla storia artistica e culturale sia di questa piccola chiesa che di tutto il paese. Proprio per questo adesso si cercherà di pianificare, in stretto accordo con la Soprintendenza che ha seguito con attenzione costante tutto il lavoro (grazie anche al prezioso apporto del dottor Angelo Loda, storico dell’arte), un intervento di restauro che si preannuncia complesso ed oneroso”. Una previsione che, comunque, non spaventa il parroco don Jordan, che da buon giocatore della nazionale di calcio dei sacerdoti, è fermamente deciso a vincere questa partita: “Questa scoperta – è il proposito del parroco di Castelcovati – ci chiama a proseguire nel percorso di restauro che abbiamo già dedicato a San Marino. Sappiamo molto bene che opere di questo genere, oltre ad essere molto complesse dal punto di vista tecnico, richiedono un grande impegno a livello economico. La nostra Parrocchia è pronta ed è decisa ad impegnarsi per raccogliere i fondi necessari per completare l’intervento che può restituire al nostro paese un motivo d’orgoglio artistico e religioso ed una traccia importante della storia”.

Un programma che diventa ancora più impegnativo se solo si considera che la Parrocchia di Castelcovati, così come accade a diverse famiglie e realtà del paese, è ancora alla ricerca dei fondi che occorrono per riportare la situazione alla normalità dopo i gravi d’anni inferti dalla tromba d’aria dello scorso agosto. Un evento di particolare gravità che ha provocato seri problemi alla chiesa parrocchiale ed all’oratorio che don Jordan sta cercando di risolvere facendo appello alla generosità ed all’affetto dei fedeli castelcovatesi per i loro edifici religiosi. In questo senso il restauro dell’interno della chiesetta di San Marino ha rivestito un significato ben preciso, perché ha riportato all’originario splendore una vera e propria opera d’arte che rischiava seriamente di andare perduto sotto la spessa patina collocata dal tempo: “La decorazione interna – è l’analisi di Leonardo Gatti che insieme al suo staff ha fatto ricorso alle metodologie più innovative ed efficaci – si presentava in uno stato di degrado avanzato. Questo ha reso difficile l’intervento di restauro. Abbiamo dovuto fare i conti con lo strato di sporco parzialmente sedimentato che rischiava di compromettere la leggibilità dell’apparato decorativo. Durante le operazioni di pulitura e fissaggio abbiamo trovato in più punti tracce dell’originaria colorazione gialla. Ci siamo confrontati con la Soprintendenza e, di comune accordo, abbiamo deciso di ripristinare un colore simile all’originale che potesse valorizzare sia i dipinti che gli altari”. E proprio nel momento di dedicare la propria attenzione ad un altare, quello comunemente denominato della Pietà è stata fatta la scoperta che ha cambiato le carte in tavola. Sotto il triste strato di grigio apposto nel Novecento è riapparsa l’antica colorazione policroma che a questo punto rappresenta il grande obiettivo da realizzare per questo intervento di restauro che si sta dimostrando sempre più importante. Un progetto che, però, si sta dimostrando sempre più “importante” anche a livello economico ed è per questo che, guidata dal parroco don Jordan, è già partita la vera e propria campagna di sensibilizzazione (non solo tra i parrocchiani, ma anche per gli amanti dell’arte, della cultura e più in generale per tutti coloro che hanno a cuore la storia della nostra terra bresciana) affinché un autentico tesoro come la chiesetta di San Marino a Castelcovati possa completare l’impegnativo percorso necessario per ritornare al suo originario splendore.

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