Matrimoni fuori dal Comune… perché sto con Groli | di Claudio Bragaglio

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Claudio Bragaglio, opinionista BsNews

di Claudio Bragaglio – Ho letto del rinvio a giudizio di Gianbattista Groli, già sindaco di Castenedolo, per alcuni matrimoni celebrati presso ristoranti, quindi fuori dalla “casa comunale”, come dispone il Codice Civile. Tale materia è in rapida evoluzione, anche nel nostro Paese. Come in molti altri. Infatti è sufficiente anche solo la memoria di vari film, per ricordarci matrimoni all’aperto, in case private o luoghi storici. Il mutamento dei costumi oggi è di casa anche in Italia, forzando la lettera del Codice, a volte con una certa disinvoltura. Lo si fa elevando a “casa comunale” vari e ameni luoghi, sia pubblici che privati, compresi antiche dimore, cascine e ristoranti. Penso a matrimoni presso la Villa Reale di Monza, il Palazzo Compagna a Cosenza, ma pure S. Giulia a Brescia. Ma alcuni Comuni si son spinti ben oltre elevando, con un semplice timbro sulla carta, a “casa comunale” per matrimoni anche amene spiagge, parchi, castelli e pure lo Stadio Olimpico di Roma. Potenza d’un timbro che invece ci si è scordati in un cassetto a Castenedolo.

Non saprei dire quanto possa reggere questa evidente distorsione dell’art. 106 del Codice Civile. Aggirato da numerosi Comuni, a volte in modo così banale e persino malizioso. Magari dovendo costatare – tra non molto – che l’esperienza di Castenedolo troverà presto una sua legittimazione “de iure condendo”. Con una nuova legge che regolerà situazioni ormai simili e nuove. Constatando – in fatto di certezza del negozio giuridico del matrimonio (perché di questo si tratta) – che il World Wide Web che si muove ubiquo nel mondo intero non possa – ma solo in fatto di matrimoni – che darsi invece un appuntamento obbligato sotto il vecchio albero degli zoccoli di ciascun Comune. Con l’antico registro manoscritto, portato sottobraccio, insieme al calamaio, dall’omino in mezza manica.

Il percorso processuale procederà in punta di diritto, con magistrati ed avvocati che faranno quanto riterranno giusto fare. Ma ciò che mi preme rendere esplicita è una testimonianza sincera di stima, di fiducia e di solidarietà a Gianbattista Groli. S’è fatto riferimento anche ad atti di liberalità, a lui personalmente trasmessi, e dallo stesso impiegati poi per attività socio culturali.

Ho conosciuto Groli molti anni fa, insieme ad altri amici che frequentavano assiduamente l’on. Mino Martinazzoli. E su Groli ho sempre avuto riprove di affidabilità e correttezza, del suo impegno, in particolare amministrativo, con l’apprezzamento in primo luogo manifestato dalla sua comunità di Castenedolo. E non a caso egli è stato più volte riconfermato Sindaco, a pieni voti.

Inoltre è ben nota l’intensa e qualificata sua attività culturale proprio per la “Associazione Aldo Moro e Mino Martinazzoli” Un Centro culturale che ha portato a Brescia uomini di stato, politici, scrittori, giornalisti di grande rilevo. Un’attività ampiamente pubblicizzata – in forma di servizio civico – anche con trasmissioni televisive. Al punto da elevare Castenedolo ad una visibilità anche nazionale.

Il merito, sappiamo, va ascritto a Gianbattista Groli. E non mi risulta difficile immaginare come vari atti di liberalità – che non erano in alcun modo dovuti al Comune – siano stati impegnati in queste numerose e meritorie attività.

Può capitare che nella attività amministrativa vi siano forzature interpretative, imprecisioni od anche errori. Ma in base ad una mia non breve esperienza, mi sento di dire che vi è una differenza abissale tra amministratori che operano per il peggio ed altri che, all’opposto, operano per il meglio nella Comunità. I primi ripiegati sui propri interessi personali, opachi e di potere, ma spesso proprio per questo resi ancor più attenti, scaltri e scafati in fatto di procedure. Altri invece – tra questi Groli – che hanno scontatamente a cuore solo l’interesse pubblico e civico per la propria comunità. E con quella generosità d’animo ben nota a molti sindaci bresciani, peraltro di vario colore politico.

Per questo mi sento di poter esprimere – al di là del legittimo percorso processuale e l’accertamento di eventuali irregolarità – tutta la mia stima e riconoscenza a Gianbattista Groli. Perché sono certo della sua trasparente e corretta intenzionalità, sottolineando quindi i motivi del tutto positivi del suo operare. E – questa è la mia convinzione – sono proprio questi motivi che gli consentono, anche oggi, di poter camminare a fronte alta nella comunità più ampia dei suoi cittadini – quindi ben oltre quella degli amici – a cui egli si è intensamente dedicato e dalla quale egli è stato, ed è, così apprezzato.

 

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