Scuola per ricchi senza immigrati? L’Arnaldo cancella le frasi della discordia

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Liceo Arnaldo, foto da Google Maps
Liceo Arnaldo, foto da Google Maps

Il coro delle critiche contro quelle polemiche era stato quasi unanime e aveva coinvolto soprattutto gli ex alunni. Ma ora il liceo Arnaldo ha deciso di fare marcia indietro e correggere le righe della discordia con cui si apriva il piano dell’offerta formativa triennale 2019-2022 (Ptof) dell’istituto scolastico di Corso Magenta.

“Gli alunni provengono da un contesto socio-culturale in generale medio-alto, che offre buone potenzialita’ di formazione culturale e ricchezza di stimoli”, si leggeva. E ancora: “La presenza di studenti con cittadinanza non italiana e’ numericamente limitata”. Per poi aggiungere: “La scuola gode di  buona fama all’interno del contesto cittadino e da sempre è considerata una delle scuole in cui si sono formate personalità  in ambito sociale, culturale, politico, economico  e le iscrizione dei figli alla scuola avviene anche per una volontà dei genitori di continuare la tradizione famigliare”.

Parole messe nero su bianco nel documento approvato dal collegio docenti il 19 dicembre 2018, sulla base dell’atto di indirizzo del dirigente, e ratificato dal consiglio di istituto due giorni dopo. Ma i passaggi della discordia – che avevano evocato a qualcuno l’idea di “una scuola senza immigrati e per soli ricchi” – sono rimasti inosservati (o sotto silenzio) fino a poche settimane fa, quando la polemica ha iniziato a circolare sui social, ripresa per prima da BsNews.it e poi anche da giornali nazionali.

Ora però la notizia è che l’istituto guidato da Angela Bozzzi ha deciso di fare marcia indietro. Lo ha deciso nei giorni scorsi il collegio docenti, che ha deliberato di cancellare i passaggi “incriminati” in attesa di procedere con la riscrittura. Tra poche settimane il consiglio di istituto sarà chiamato a ratificare la decisione. Poi sarà fatta pace con il glorioso passato di una scuola che forse non è mai stata per tutti, ma che di certo non ha mai fatto del censo e della nazionalità degli studenti un fattore di esclusione.

 

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