Le birre di Natale | BARBERA & CHAMPAGNE/11

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Birre di Natale
Stefano Bergomi
Stefano Bergomi

di Stefano Bergomi* ([email protected]) – Melting pot. L’inglesismo è d’obbligo in quanto la relativa traduzione italiana (crogiolo, calderone) non rende appieno il senso di commistione che ne costituisce l’essenza. Con tale termine infatti si è soliti indicare il processo di determinazione di una società basata sulla fusione di elementi diversi, di appartenenza etnica, religiosa, culturale.

Innegabile che questo processo sia in atto anche nel nostro Paese e tale contaminazione determina una modifica irreversibile degli usi e costumi.

Se pensiamo alle ultime settimane, osserviamo come, ad esempio, la festa di Halloween o il Black Friday siano entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo italico, e non sono più avvertiti soltanto come “americanate” imposte da una logica di mercato votata al consumismo.

Con l’ottimismo di chi guarda il bicchiere mezzo pieno, è possibile riscontrare anche qualche esempio positivo indotto da questa contaminazione.

Prendiamo le birre di Natale.

La tradizione delle Birre di Natale

L’origine è molto antica. Le prime produzioni sono riferibili più di 200 anni fa nel Nord Europa, in particolare in Belgio, punto di riferimento mondiale per la produzione birraia.

Non si tratta di uno stile specifico di produzione, anzi in molti casi rappresentano un divertissement del mastro birraio, che con continue sperimentazioni modifica la ricetta di produzione ogni anno.

Il tratto distintivo che le accomuna è la gradazione alcoolica elevata (tra i 7 e i 10 gradi), la complessità, la speziatura e il corpo. Servivano infatti come antidoto ai rigori del freddo invernale, ma anche per accompagnare al meglio i dolci tradizionali da consumarsi durante il periodo delle feste.

Da semplice produzione “casalinga”, a beneficio di parenti e amici, effettuata in origine nei microbirrifici belgi, la birra di natale si è trasformata in vero e proprio fenomeno di massa a livello mondiale, costituendo un referenza produttiva stagionale sia per i birrifici indipendenti che per le compagnie a distribuzione globalizzata.

Il fenomeno è così di rilievo che è stato istituto ormai da anni un apposito festival, a Essen http://www.kerstbierfestival.be/. Nella passata edizione c’erano più di 200 birre in degustazione!

Di seguito qualche consiglio di assaggio per approfondire l’argomento.

N’Ice CHOUFFE, brasserie D’Achouffe

Birre di Natale

La brassarie d’Achouffe è nata nel 1982 dall’idea di 2 cognati, che hanno iniziato a produrre birra per hobby. Il nome riprende la denominazione del Comune dove è situata la birreria, in una vallata delle Ardenne nella provincia del Luxemburg.

Il carattere grafico distintivo è rappresentato da uno gnomo con il cappello rosso, a richiamare vecchie tradizioni di quei luoghi che volevano la foresta delle Ardenne abitata appunto dagli gnomi.

Ancora oggi è stato mantenuto il carattere famigliare e indipendente della produzione, anche se il travolgente successo commerciale registrato negli anni ha costretto a continui adeguamenti degli impianti produttivi. I 2 fondatori hanno abbandonato da tempo le loro occupazioni per dedicarsi a tempo pieno all’attività di birrai.

La N’Ice, caratterizzata dall’etichetta con gli gnomi in mezzo alla neve, viene solitamente resa disponibile dal 1° Dicembre.

Presenta una decisa gradazione alcolica, sui 10% alc./vol.

Colore bruno con riflessi ramati.

Avvolgente e fascinoso il naso, con evidenti sentori speziati, liquirizia e cola, ma bilanciati da note dolci di caramello e miele, ma anche con accenni freschi e agrumati.

In bocca la sensazione è di un corpo più snello rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare dopo l’analisi olfattiva. Domina la dolcezza del malto, soprattutto all’inizio, ma poi si assaporano note amarognole, che caratterizzano il retrogusto, con sentori speziati.

Le birre di Natale in Italia

Anche i micro o piccoli birrifici del rinascimento brassicolo italiano stanno valorizzando la birra di natale, sfruttandola come ghiotta occasione di vendita commerciale per idee regalo e a completamento di cesti natalizi con i consueti prodotti tipici.

Tra le varie declinazioni interessante la proposta di Curtense.

Inutile dilungarsi sulla storia del birrificio nato a Monterotondo di Passirano otto anni fa e ormai famoso anche fuori dai confini dalla Provincia di Brescia.

Nel listino delle referenze è presente una birra alle castagne a bassa fermentazione, rifermentata con miele di castagno. Lascio ai curiosi l’assaggio di questo sorso insolito, che ben si abbina ad una fetta di panettone con i canditi, senza ripianti per il consueto flute di moscato.

* sommelier per passione

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