Perché la formazione deve tornare a essere una priorità

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Formazione
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di Guapo – I vaccini? “Fanno male e provocano l’autismo”. Nadia Toffa? “E’ morta per la sua alimentazione”. La chemio? “Non serve a nulla, è solo dannosa”. Di affermazioni come queste, sui social se ne leggono ogni giorno a centinaia e chi prova a correggere gli autori di queste baggianate – che molto spesso dichiarano su Facebook di essere “laureati all’università della vita” come unico titolo di studio – si sente rispondere le solite frasi fatte: “Parlo sulla base della mia esperienza”, oppure “Esiste la libertà di espressione”.

Inutile provare a spiegare agli interessati che ci sono persone che hanno studiato per decenni la materia e che la pensano diversamente da loro sull’argomento. Inutile ricordare agli “esperti” di Facebook che della materia di cui parlano non sanno meno di niente, a parte qualche informazione trovata su Google che evidentemente non sono capaci di interpretare. Inutile chiedere loro se si farebbero mai curare un cancro da un medico o dal loro idraulico, che sostiene di avere “verità” assolute in materia. Gli analfabeti funzionali di oggi sono convinti di saperne di più e di avere il diritto di dire la loro su qualsiasi cosa.

Una situazione socialmente pericolosa, in tempi in cui ciascuno – grazie al pubblico dei social – può avere una comunicazione più estesa di quella di un giornale. Nel campo del sapere, infatti, non possono vincere la democrazia e la statistica. Vince chi è più preparato e ha studiato in maniera più efficace e approfondita la materia, chi ci cura davvero o chi ci garantisce un servizio professionale serio e preparato. Questo è un assunto inconfutabile in una società in cui le competenze tecniche sono sempre più importanti in tutti i campi.

Agli analfabeti funzionali che scrivono sul web, andrebbe ricordato perciò che sulla rete non basta cercare con un motore di ricerca, ma bisogna anche saper scegliere. Esistono numerosi siti attendibili che offrono formazione anche in forma gratuita oppure realtà come Fiorerosalba.com (giusto per citare un sito a noi vicino) e tante altre del settore che si occupano di formazione a pagamento in diversi settori, con la garanzia di certificazioni ufficiali fornite da enti pubblici. La prima cosa da guardare, sempre, quando ci si approccia a questo mondo sono i titoli di studio dei docenti… Non certo quelli – di marzapane – rilasciati dall’università della vita.

La formazione, in una terra in cui la scuola si piazza al di sotto della media europea in diversi test standard, deve essere una delle priorità di chi governa. Molte cose vanno cambiate. Ma non basta. Lo scatto deve partire dal basso. Tutti devono comprendere che chi ha studiato per decenni una materia è più titolato a parlarne di altri e avere il buon senso di tacere se non conoscono un argomento. Chi viola questa semplice regola, nel nome dell’articolo 21 della Costituzione, non va punito a colpi di legge (salvo che commetta reati, ovviamente), ma con l’arma della vergogna. Squalificare socialmente chi mette in giro bufale e false verità, facendoglielo notare, è l’unico strumento che abbiamo veramente per vincere questa battaglia di civiltà.

 

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