Partito nuovo o nuovo partito? | di Paolo Pagani

Da Brescia, dove un centrosinistra solido e ramificato governa  con spirito unitario molti comuni a partire dal capoluogo, crediamo si possa avviare un confronto...

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Paolo Pagani, opinionista Bsnews.it

di Paolo Pagani* – Dopo 30 anni e oltre di egemonia, proprio in senso gramsciano, della destra, prima neoliberista e ora protezionista, la sinistra si ritrova frammentata come non mai e senza un pezzo grande del suo popolo. E nel bel mezzo di tre transizioni (inedito storico) : climatica, tecnologica e demografica.

La prima ignorata dalla destra, le altre che ne costituiscono il propellente.

Questo rapido schizzo dice una cosa semplice: la sinistra è ad un tornante della storia. In Italia, con l’aggravante che non ha subito una sconfitta, ma una rotta. Tuttavia, dopo un lungo periodo durante il quale è stata ferma sulle gambe, qualcosa si sta  muovendo. L’annuncio di Zingaretti di dar vita ad un partito nuovo è un segnale che va colto. Come si dice, un punto di partenza. Necessario, ma non sufficiente.

L’esito del processo può essere duplice: un nuovo assetto coalizionale del centrosinistra che mette insieme, con un mastice più resistente, le vecchie sigle oppure una cosa nuova, che le oltrepassa tutte.

Quando, oltre ad una frattura politica con la tua gente si è consumata una frattura sentimentale e il mondo ti consegna inedite sfide, la prima soluzione è il minimo sindacale, la seconda è l’idea regolativa a cui bisogna tendere, come l’orizzonte che più cammini, più si allontana, ma ” serve per continuare a camminare”. Fuor di metafora, per dire, con tutta la forza possibile, che un nuovo partito della sinistra non è un ritorno al passato (ai DS secondo la sciatteria corrente), ma la chiamata a raccolta di forze politiche e sociali, socialiste, democratiche, civiche, cattoliche, ambientaliste per un processo costituente, il più largo e plurale possibile.

E che si confronti su risposte moderne alle tre transizioni, coniugando propulsione e protezione. I titoli: critica del capitalismo, nuovo ruolo del pubblico e dello stato, welfare universale ma anche selettivo, statuto dei lavori, riconversione ecologica dell’economia.
Insomma una piattaforma che, per dirla con Polanyi, di fronte alla seconda Grande Trasformazione inneschi un Contromovimento, come quello del Quarto Stato verso la prima Grande Trasformazione. Un Contromovimento che metta in relazione la parte mediana della società, bloccata nell’ascesa sociale e a rischio di arretrare, con il pianeta del nuovo Quinto Stato di precari e lavori semischiavistici, che chiede protezione e l’opportunità di avere opportunità.

Se questo è vero, anche solo in parte, è assolutamente evidente che la sinistra o avvia una nuova storia o si condanna a rappresentare solo una parte dell’area mediana della società.
Ci vuole una svolta, come tante volte la sinistra ha saputo fare. Svolte che hanno aperto fasi nuove nella storia nazionale.

Noi di Articolo Uno testardamente continueremo a chiedere e sollecitare che l’annuncio di Zingaretti si trasformi in un progetto-processo di questa caratura.

Da Brescia, dove un centrosinistra solido e ramificato governa  con spirito unitario molti comuni a partire dal capoluogo, crediamo si possa avviare un confronto e possa salire una sollecitazione, da partiti, movimenti e singole personalità, ad aprire per davvero questo nuovo cantiere.

* Segretario provinciale di Articolo UNO

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